Morte sospetta in ospedale: inchiesta aperta ad Avezzano

Il 55enne Antonio Luciani lavorava in edilizia, è giallo su un precedente intervento chirurgico eseguito all’Aquila

CELANO. Morte sospetta in ospedale, la Procura apre un’inchiesta. Un fascicolo è depositato sui tavoli della magistratura per cercared i fare chiarezza sul decesso di Antonio Luciani, celanese di 55 anni morto all’ospedale di Avezzano, qualche ora dopo un’operazione chirurgica.

La famiglia ha nominato un legale per fare luce sulla vicenda. Luciani era un uomo apprezzato da tutti e conosciuto come grande lavoratore, nel campo dell’edilizia.

Da mesi pare avesse qualche problema di salute, con dolori e febbre. Fino a qualche giorno fa, quando la febbre è diventata sempre più alta tanto che proprio lui ha chiesto alla sua famiglia di essere accompagnato al pronto soccorso.

Circa un anno fa Luciani era stato sottoposto a un’operazione chirurgica, all’ospedale dell’Aquila, in cui gli era stata impiantata una protesi all’aorta addominale. Gli investigatori non escludono che qualcosa possa essere andato storto proprio in quell’operazione.

Già da mesi accusava dolori e una volta arrivato all’ospedale di Avezzano, Luciani è stato sottoposto d’urgenza a un altro intervento chirurgico. Uscito dalla sala operatoria sembra che i medici abbiano avvisato la famiglia sulla circostanza che le condizioni del 55enne erano disperate. Per questo è stato immediatamente spostato nel reparto di rianimazione. Dopo poche ore, però, l’uomo è morto.

Una vicenda che si tinge di giallo e che ha gettato nello sconforto un’intera famiglia, a cui ora tutta la comunità di Celano sta facendo sentire la propria vicinanza. Gli stessi medici dell’ospedale, accertata la morte, hanno chiesto di vederci chiaro e hanno richiesto alla Asl un’autopsia, tecnicamente un esame autoptico diagnostico.

Per questo il corpo di Luciani è stato trasferito all’ospedale dell’Aquila. L’esame si sarebbe dovuto compiere l’altra mattina, ma qualcosa non è andato per il verso giusto.

O comunque i medici hanno voluto maggiori certezze sulle cause che avrebbero portato alla morte e che potrebbero essere ricollegabili alla protesi impiantata l’anno scorso.

I medici che hanno eseguito l’esame all’Aquila hanno rimesso gli atti alla procura della Repubblica.

I familiari, intanto, si sono rivolti all’avvocato Andrea Rosa, del foro di Avezzano, per fare chiarezza su quanto è potuto accadere. Rosa ha presentato ieri mattina una denuncia querela alla Procura di Avezzano.

Magda Tirabassi

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