«Mucche e tacchi a spillo»: alla scoperta dell’allevatrice Miriana Coccia

Sveglia all’alba, fieno e letame: marsicana di 27 anni, racconta la sua storia. «Mi immaginano tutti con scarponi e tuta da lavoro, invece adoro anche la vita mondana: cene e aperitivi»
VILLAVALLELONGA. «Sono nata in mezzo alle vacche». Erano un centinaio o poco più, appartenevano a zio Giovambattista, che le allevava come figlie. «L’altro zio, Giovannantonio, mi prendeva in braccio quando non sapevo ancora camminare e mi portava nella stalla di famiglia. Sono cresciuta così. E negli anni, ricordo di essermi sempre data da fare, con le poche forze che avevo». Miriana Coccia era una bambina speciale. Nello scudo montano di Villavallelonga ha imparato a parlare con gli animali come faceva con le persone. Ha stretto con loro un legame fraterno e non ha più immaginato una vita senza quello spaccato agreste. Oggi è una splendida giovane di 27 anni, tra le poche donne allevatrici d’Abruzzo. Un’operatrice didattica e una futura buiatra. Ha grandi sogni e progetti ambiziosi. E una vita piena.
È NATA UN’ALLEVATRICE – La sveglia alle 5 del mattino. Gli uomini della sua famiglia hanno dedicato le loro giornate ai campi e alla pastorizia. Suo nonno Italo aveva quasi duecento pecore. E poi ancora distese dorate di grano. «Mio padre, però, era emigrato in Germania, dove lavorava. Tornò in pianta stabile in paese durante i primi anni ’90 e mise a disposizione due braccia in più», spiega Miriana. Poter disporre di maggiore forza lavoro portò la famiglia a costruire una stalla più grande sui campi in zona Santa Lia, poco fuori il centro abitato. Tutto il lavoro, però, rimase racchiuso in un’ottica a uso familiare, senza mai esplorarne davvero i possibili risvolti imprenditoriali. «Arrivammo ad avere una stazione di monta con tori di razze pregiate. Poi, pian piano, quando nonno Italo e lo zio invecchiarono, e non riuscirono più a garantire lo stesso impegno di prima, l’intera gestione ne risentì. Tirammo avanti per diversi anni, pur di non perdere le vacche. Poi, la mia natura da allevatrice venne fuori a gran voce e mio padre decise che avrebbe passato tutto a me». Aspettarono la sua maggiore età per formalizzare il tutto. Al primo bando utile per gli insediamenti nella regione Abruzzo, Miriana Coccia divenne la proprietaria dell’azienda agricola di famiglia, dal nome “Ra Giò Di Sole Natura Colorata”, segnandone una storia di restanza.
LA GIOIA DI UNA NUOVA VITA – «All’alba raggiungevo la stalla, facevo uscire le vacche e davo da mangiare a quelle che restavano al chiuso. Sono diventata sempre più brava, sempre più abile. Poi, per necessità, ho cominciato a farle partorire». L’ultimo parto è stato postato da Miriana sul suo profilo Instagram. Una vacca giunta al termine della gestazione, lunga 9 mesi, come per gli esseri umani, è entrata in travaglio di domenica, durante il pascolo. «L’abbiamo monitorata da lontano. L’abbiamo vista appartarsi e le abbiamo lasciato il suo spazio. Poi mi sono avvicinata e ho visto che il primo vitello era stato partorito. Quando mi ha vista si è messa in piedi e ha raggiunto il piccolo. Ma aveva una seconda sacca da espellere. A quel punto si è affidata a me e si è lasciata aiutare. L’ho visitata e ho visto che anche il secondo vitello era in posizione. Pochi minuti dopo è venuto alla luce». Ha preso in braccio il nuovo nato e lo ha pulito. Lo ha accarezzato. Le sue mani hanno preso l’odore di quella nuova vita. «Il legame con le mie vacche è qualcosa che non so spiegare», dice commossa. La neo mamma, a quel punto, ha cominciato a leccarla. «Credo fosse una sorta di gesto di gratitudine. Il suo modo per dirmi grazie».
L’ALLEVAMENTO – Un allevamento di bovini da carne di 70 vacche e 40 vitelli. I piccoli vengono rivenduti in età di svezzamento, tra i 6 e gli 8 mesi di vita, preferibilmente ad aziende che allevano in biologico. L’azienda agricola di Miriana Coccia è stata certificata appena un mese fa col marchio Igp “Vitellone bianco dell’Appennino centrale”, in seguito all’adesione a un disciplinare di produzione – in questo caso per vitelli da ristallo – riservato a chi alleva determinate razze secondo una specifica filiera nutrizionale. Oggi, dopo aver sostenuto costi ingenti per le certificazioni e le istruttorie necessarie ai fini della regolarizzazione dell’azienda agricola, l’impresa fattura circa 25.000 euro l’anno. In attesa di espandersi e mettere a frutto le competenze e le progettualità di Miriana. «Contiamo entro un anno e mezzo di aprire il nostro primo punto vendita, con le carni di nostra produzione. Sorgerà qui a Villavallelonga, perché questa è la mia casa e qui voglio far crescere la mia attività. Sono anche un operatore didattico. In occasione della stagione estiva punto ad aprire le porte dell’allevamento e far conoscere alle famiglie la nostra quotidianità. Creando una sorta di esperienza formativa». Per far conoscere a chiunque la bellezza dei pascoli e riscoprire la suggestione e la ricchezza di una vita vissuta a contatto con gli animali. Secondo nuove modalità d’allevamento, più sostenibili e rispettose, fonte di reddito e di cultura.
LA CARRIERA VETERINARIA – Sarà presto una veterinaria. In particolare una buiatra, specializzata nella cura dei bovini. Sta ultimando il suo percorso di studi all’Università di Perugia. Dove ha vissuto negli ultimi anni per frequentare le lezioni. Salvo tornare appena possibile a Villavallelonga per prendersi cura del suo allevamento. «Ho capito che avrei dovuto fare di più per i miei animali. Per garantire loro la salute e un pronto intervento in caso di incidenti, o di parto a rischio. Non accetto di vederli soffrire senza poterli aiutare». I buiatri nella provincia dell’Aquila scarseggiano. Appena uno per l’intero territorio. Anche in questo Miriana Coccia vuole fare la differenza. Mettendo a disposizione dell’intero comparto zootecnico un riferimento nell’ambito del soccorso animale.
I GIOVANI IMPRENDITORI – C’è una nuova generazione di imprenditori, che fa capo a Coldiretti e rilancia il concetto del lavoro agricolo e dell’allevamento animale, secondo nuovi standard innovativi, che puntano alla conquista dei mercati attraverso le proprie eccellenze. E Miriana ne fa parte. «Ormai siamo una famiglia. Ci confrontiamo, condividiamo saperi ed esperienze». L’allevatrice oggi è la delegata per la provincia dell’Aquila, Poi ci sono i colleghi delle altre province e il rappresentante regionale. Tutti giovanissimi. «Vogliamo rafforzare la rete. Abbiamo tutti aziende diverse, facciamo cose diverse. Per questo puntiamo a creare un circuito turistico ed esperenziale attraverso tutto il territorio regionale. Per far conoscere l’Abruzzo in tutta la sua bellezza».
L’ALTRA MIRIANA – Quando è fuori casa è una ragazza esattamente come le altre. Una volta chiusi i libri, le piace uscire e fare vita mondana. Aperitivi, ristoranti e qualche locale alla moda. «E metto il tacco a spillo. Sebbene qualcuno faccia fatica a crederci. Mi immaginano a tempo pieno con gli scarponi e la tuta da lavoro», ironizza la 27enne. Capelli biondi e occhi azzurri. Gli stessi colori del papà Antonio. Sua madre Heike è tedesca, sebbene abbia tratti quasi mediterranei. Ha lasciato la Germania per cominciare una vita nuova accanto a suo marito. «Credo che mia mamma non si sarebbe mai aspettata di ritrovarsi tra le montagne di Villavallelonga ad allevare animali». E poi c’è il fratello Matteo, partito anni fa per il Paese della madre, dove si è costruito una vita. La sua famiglia è stata la forza, l’istinto e un comodo paracadute per una giovanissima Miriana. «A loro devo tutto. Certe sere vedo i miei genitori rientrare sfiniti. So che tutto ciò che fanno, lo fanno per me. E in quelle occasioni avverto un peso sullo stomaco. Come un senso di colpa», confida Miriana. Pochi giorni fa ha ricevuto un premio come “Giovane imprenditore agricolo”, assegnato a Roma, dal Codacons, nell’ambito del concorso Piccolo Comune Amico. «Non so se ho mai visto i miei genitori così felici. Averli lì con me, commossi, mi ha riempito il cuore. In quel momento ho pensato che ne è sempre valsa la pena. Che sto percorrendo la direzione giusta».
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