<strong>L’inchiesta sui crolli. </strong>Per i pm i progettisti fecero studi incompleti eliminando strutture di ancoraggio

«Muri senza nervature di cemento»

Ingegneria, ecco tutte le carte che accusano i nove tecnici indagati

L’AQUILA. Progetti incompleti, dove mancavano dettagli architettonici e costruttivi relativi all’ancoraggio e all’appoggio delle coperture inclinate. Mancato controllo. Mancato rilievo di «carenze e omissioni progettuali, di errori di esecuzione delle opere, di cattiva vigilanza». Ecco tutte le accuse ai nove tecnici indagati per i crolli a Ingegneria che, per Rossini, avrebbero potuto fare 2mila vittime.

LE CARTE. Ai nove individuati al termine delle indagini sullo stabile sotto sequestro a Monteluco di Roio è stato contestato il reato di cooperazione colposa nel crollo di costruzioni.
PROGETTISTI. I progettisti architettonici Gian Ludovico Rolli, 77 anni, di Roma, Giulio Fioravanti, 65 anni, di Roma e il progettista delle strutture Massimo Calda, 61 anni, di Bologna, sono accusati di aver redatto «il progetto architettonico e successive varianti dell’area di ingresso principale, corpo A, in modo incompleto e carente per mancanza di dettagli architettonici e costruttivi relativi all’ancoraggio e all’appoggio delle coperture inclinate in vetro acciaio e alluminio, tra l’anno 1988, epoca di conferimento dell’incarico, e il 1994, epoca della realizzazione». I tre avevano assunto l’incarico per conto della «Edil.Pro» di Roma.

DIRETTORI DI CANTIERE. A Mauro Irti, 43 anni, nato all’Aquila e residente in centro storico, geometra, direttore di cantiere e agli ingegneri Carmine Benedetto, di 45 anni, nato all’Aquila e residente a Cossombrati (Asti) e Alessandro Fracassi, 48 anni, nato e residente ad Avezzano, entrambi direttori tecnici di cantiere, viene contestata la realizzazione «delle strutture murarie oggetto del crollo (su cui veniva poi appoggiata la struttura di copertura) in blocchetti di calcestruzzo vibrocompresso per una lunghezza di circa 40 metri e un’altezza di circa 14 metri nell’area di ingresso principale, corpo A, della facoltà di Ingegneria, prive delle necessarie nervature di irrigidimento in cemento armato e degli ancoraggi al telaio in cemento armato», oltre all’aver consentito «che le strutture inclinate di vetro, acciaio e alluminio oggetto del crollo fossero in modo del tutto improvvido appoggiate alle strutture murarie, a tale scopo inidonee».

DIRETTORE DEI LAVORI. A Ernesto Papale, 57 anni, nato a Roma e residente a Monterotondo, direttore dei lavori per conto della Edil.Pro, vengono mossi gli stessi addebiti.
COLLAUDATORI. Per Sergio Basile, 76 anni, nato all’Aquila e residente a Roma, presidente della commissione di collaudo statico e tecnico amministrativo per conto dell’azienda committente, si ipotizza il mancato rilevamento «della combinazione di carenze e omissioni progettuali, di errori di esecuzione delle opere, di cattiva vigilanza da parte dei direttori di cantiere, dei direttori tecnici e del direttore dei lavori». Stesse accuse per Giovanni Cecere, 79 anni, nato a Roma e residente a Terni.

VIA XX SETTEMBRE. Sono proseguiti anche ieri, in via XX Settembre 123, i sopralluoghi dei consulenti della Procura e dagli uomini dell’Interforze della polizia giudiziaria, accompagnati dai vigili del fuoco. I tecnici hanno visionato l’edificio nei pressi della sede Anas.