Musarella: mai saputo dell’utilizzo di macerie

L’amministratore della società che gestisce lo scalo respinge le accuse: «La cosa più importante è che venga salvaguardata l’attività della struttura»

L’AQUILA. Non c’è nulla da nascondere, per la società che gestisce l’aeroporto, sotto l’area della cosiddetta Resa, la zona di sicurezza per gli aerei in caso di atterraggio lungo, posta sotto sequestro da forestale, finanza e polizia. Ha appena ingoiato in fretta l’ultimo boccone di un cornetto e una tazzina di caffè al bar dell’aeroporto dei Parchi l’amministratore unico della X-Press, Giuseppe Musarella, quando esce ad affrontare la schiera di giornalisti che all’esterno aspettano novità. Esce affiancato dal legale Roberto Madama e dal responsabile marketing e comunicazione, Ignazio Chiaramonte, e si difende chiarendo che la società, se di rifiuti speciali si tratta, non ne sapeva nulla. «Non ho seguito le fasi operative di reperimento del materiale, ma ritengo che non ci sia nulla, non sono andato lì con la zappa a vedere. Faccio l’amministratore, non conosco nella sostanza quello che è successo». Per tutta la mattina Musarella ha seguito con i nervi a fior di pelle le operazioni di sequestro dell’area e dei mezzi (soltanto tre quelli trovati, perché gli altri 3 sono in giro per lavoro, ma formalmente già sotto sequestro). Alle 12 – per l’amministratore unico della X-Press – è il momento di fare un respiro profondo e cominciare a parlare. «Si tratta del prosieguo di un’indagine che è stata aperta nell’aprile scorso con l’obiettivo di trovare del materiale radioattivo sotterrato». Materiale che «non è mai emerso». «Per accertamenti di altro tipo è stata sequestrata l’area di Resa», dice Musarella, sottolineando di non essere a conoscenza del tipo di materiale utilizzato per spianare l’area e respingendo eventuali responsabilità nell’utilizzo di macerie provenienti dalle demolizioni private per la sistemazione della parte finale della pista. «Abbiamo ricevuto del materiale di risulta per la sistemazione della Resa da parte di società che erano state certificate, per questo le abbiamo ritenute valide e siamo andati avanti con i lavori», aggiunge. Ma Musarella contesta anche la quantità di materiale ricevuto, che sarebbe di molto inferiore rispetto a quanto riportato negli atti. «Gran parte del materiale di risulta è stata presa all’interno dell’aeroporto, ma dato che non bastava abbiamo dovuto recuperare altro materiale». E intanto anticipa che la X-Press farà una richiesta d’urgenza per avere gli atti. «L’aspetto più importante, per noi, è che venga salvaguardata l’attività dell’aeroporto che, comunque, non è stata interrotta da questo sequestro. Si è compreso che si tratta di un bene pubblico da salvaguardare a prescindere dall’inchiesta della magistratura che deve seguire il suo corso. Noi ci riteniamo completamente estranei ai fatti», conclude Musarella, il quale contesta anche che nell’area ci siano stati movimenti sospetti di mezzi, «tantomeno nelle ore notturne».

Marianna Gianforte

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