Napolitano: "Danno aggravatodal disprezzo delle regole"Berlusconi, polemica sulle inchieste

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha puntato l'indice contro il "disprezzo per il bene comune e per le regole" che emerge dalle inchieste sulla costruzione di tanti palazzi crollati. Intanto il presidente del Consiglio ha attaccato i media per il modo con cui stanno trattando il sisma. Berlusconi all'Aquila ha anche spiegato che il Governo non ha intenzione di dar vita a nessuna nuova tassa per finanziare la ricostruzione. Intanto La Repubblica ha ritrovato tra le macerie degli uffici comunali un telegramma con cui il Comune dell'Aquila cinque giorni prima del terremoto chiede aiuto alla presidenza del Consiglio dei ministri, al governatore Gianni Chiodi e all'assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati e alla Prefettura. Il Papa all'Aquila il 28 aprile

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha puntato l'indice contro il "disprezzo per il bene comune e per le regole" che emerge dalle inchieste sulla costruzione di tanti palazzi crollati con il terremoto in Abruzzo.

Intanto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha attaccato i media per il modo con cui stanno trattando il sisma. "Ben vengano le inchieste - ha detto Berlusconi - ma per favore non perdiamo tempo, cerchiamo di impiegarlo sulla ricostruzione e non dietro a cose che ormai sono accadute. Se qualcuno è colpevole, le responsabilità emergeranno ma, per favore, non riempiamo le pagine dei giornali di inchieste. A me sembra inverosimile - ha detto il premier -. Un costruttore che costruisce su una zona sismica e risparmia sul ferro e sul cemento può essere solo un pazzo o un delinquente".

La replica del Procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale dell'Aquila, Alfredo Rossini, che ha aperto un'inchiesta sui crolli degli edifici nel capoluogo abruzzese, non si è fatta attendere:  "Non siamo di ostacolo alla ricostruzione e non vedo che rapporto ci sia tra questa e l'accertamento delle responsabilità" dei crolli. "Forse", ha spiegato Rossini, "Berlusconi è stato frainteso, perchè ci ha sempre dichiarato stima. Noi facciamo il nostro lavoro; sono atti obbligatori dovuti alla legge che ci regola e stiamo cercando di accertare eventuali responsabilità il più velocemente possibile, tenuto conto della complessità dell'inchiesta".

Nessuna nuova tassa per la ricostruzione

Il governo non ha intenzione di dar vita a nessuna nuova tassa per finanziare la ricostruzione in Abruzzo e il Consiglio dei ministri della prossima settimana a l'Aquila darà il via libera al piano degli interventi. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando con i giornalisti a margine della visita alla tendopoli di Pianola. "Non faremo una nuova tassa, non chiederemo soldi agli italiani. I fondi - ha assicurato il premier - ci sono perchè abbiamo rinunciato a delle spese e abbiamo limitato gli sprechi".

Il sindaco Cialente chiese aiuto

Un telegramma in cui il Comune dell'Aquila cinque giorni prima del terremoto del 6 aprile, chiede aiuto. Destinatari: la presidenza del Consiglio dei ministri (dipartimento della Protezione civile), il governatore della regione Abruzzo Gianni Chiodi, l'assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati e la Prefettura. A darne notizia è 'La Repubblica', che ha riportato il testo del telegramma recuperato tra le macerie degli uffici comunali.

Il telegramma è stato scritto dal sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, dopo la scossa del 30 marzo, con un quarto grado di magnitudo. Nel testo il sindaco segnala lo sciame sismico in corso dal 16 gennaio, le gravi lesioni riportate ad edifici pubblici e privati e chiede la 'dichiarazione di stato di emergenza'.

Nel testo si legge: "In relazione ai gravi e perduranti episodi di eventi sismici il cui inizio risale al 16 gennaio scorso, sotto forma di quotidiano sciame sismico di complessive 200 scosse e oltre, culminato con scossa di quarto grado il 30 marzo scorso, chiesi urgente e congruo stanziamento di fondi per prime emergenze, nonchè dichiarazione stato emergenza ai fini dell'effettuazione dei necessari interventi di ripristino idoneità degli edifici pubblici e privati. Inoltre, si segnalano in particolare gravissimi danni strutturali in due edifici ospitanti cinquecento alunni".

L'inchiesta sui crolli va avanti
Intanto prosegue l'inchiesta sui palazzi crollati in modo sospetto. I carabinieri hanno interrogato come testimone l'avvocato Maurizio Cora, che nel terremoto del 6 aprile ha perso la moglie e le due figlie. L’inchiesta parte da lui e da Carmela Tomassetti, la studentessa che aveva previsto il disastro. E da Aleardo Equizi, anch’egli avvocato che aveva lo studio sotto l’abitazione dei Cora. Parlano anche un architetto e un giovane scampato alla morte.

L’indagine della procura muove il primo passo da via XX Settembre, la strada dei 18 morti, la più martoriata di tutte. «Darò una priorità ai crolli», ha detto due giorni fa al Centro il procuratore Alfredo Rossini. E le priorità sono il palazzo di cinque piani crollato su dieci corpi e la casa dello studente, che gli stava di fronte, ridotta a una tappeto di macerie, diventata la tomba di dieci ragazzi.

Il palazzo di via XX settembre 79 che aveva una forma a ferro di cavallo si è sbriciolato come un grissino alle 3,32 di lunedì 6 aprile solo sul lato sinistro. Ha  ceduto solo dal lato confinante con la sede della Cassa di Risparmio di Firenze e con il garage sotterraneo dell’istituto di credito, un garage di quattro metri sotto il livello della strada che, da anni, aveva messo in allarme i vicini di casa.

Era stato il dentista Dante Vecchioni a firmare il primo esposto contro quello scavo. Vecchioni è morto tra le macerie, ma chi si è salvato non si tira indietro.
«Tutto é cominciato», ha raccontato Cora ai carabinieri, «quando sono iniziati i lavori di smantellamento di un vecchio pastificio per realizzare un centro direzionale e i garage sotto terra. Con le ruspe hanno scardinato i solai del primo e del secondo piano e scaraventavano giù interi blocchi di cemento provocando delle vibrazioni che facevano tremare tutto il palazzo». I vicini si lamentavano, ma la ditta (tre costruttori molto noti, ndr) rispondeva che tutto era in regola.

Altri quattro testimoni sono stati ascoltati stamane: si tratta di due studentesse della Casa dello studente che ieri erano state chiamate in causa da Carmela Tomassetti, la giovane, che quattro giorni prima del crollo aveva denunciato crepe profonde e infiltrazioni d'acqua ad un pilastro in cemento armato della mensa dell'edificio.

Le due studentesse hanno confermato le dichiarazioni di Carmela relative alla presenza di crepe anche nelle stanze che occupavano stabilmente nell'edificio universitario. E' stato ascoltato dai carabinieri anche un terzo testimone abitante nella casa che sorgeva a fianco alla Casa dello studente. Infine, una persona si è prsentata spontanemante ai carabinieri per denunciare il costruttore della propria abitazione poichè è l'unica che nella zona adiacente l'edificio dell'Anas, in via XX Settembre, è crollata, mentre tutte le altre hanno riportato solo lesioni alle pareti ma le strutture hanno retto all'urto del sisma.