Nardantonio (Pd): «Per Di Benedetto abbiamo dato tutto»

L’AQUILA. «Per Di Benedetto abbiamo dato tutto». Lo sostiene il consigliere comunale Antonio Nardantonio (Pd), che alla gioia del buon successo personale del primo turno, e la conferma del posto nell’...

L’AQUILA. «Per Di Benedetto abbiamo dato tutto». Lo sostiene il consigliere comunale Antonio Nardantonio (Pd), che alla gioia del buon successo personale del primo turno, e la conferma del posto nell’assemblea civica, non ha potuto aggiungere la soddisfazione di veder uscire il suo candidato sindaco, Americo Di Benedetto, vincitore dalla contesa. Neppure nel seggio di Preturo, di cui Nardantonio è espressione.
«Non è possibile», dice, «far passare la sconfitta di Americo Di Benedetto per colpa di Preturo, e mia. Vorrei chiarire che a Preturo è accaduto quello che purtroppo è avvenuto un po’ in tutto il comune. Va considerato che c’era un candidato del posto, di centrodestra, che se avesse vinto Biondi sarebbe entrato in consiglio. Questo un po’ ha pesato, ma la riflessione sulla sconfitta all’Aquila va analizzata con attenzione. Noi abbiamo dato tutto sin dall’inizio per sostenere Di Benedetto, non ci siamo risparmiati fino all’ultimo giorno», sostiene Nardantonio, «ma riavvolgendo il film di questi ultimi mesi come non ricordare la “non disponibilità” di una figura come Giovanni Lolli; come non ricordare il fatto che i giovani del partito negli ultimi tempi hanno trattato il sindaco Massimo Cialente come una ciabatta vecchia. I tanti personalismi e le tante divisioni dentro il Pd. Una campagna elettorale fatta con gli aperitivi o seduti nelle poltrone, con la convocazione di una riunione per il ballottaggio solo a tre giorni dal voto».
«Tante cose hanno pesato», è la riflessione di Nardantonio. «Gli pseudo-sinistri che un giorno sì e uno pure attaccavano Di Benedetto e neanche di fronte a un ballottaggio contro un candidato di destra proveniente da Casapound hanno mosso paglia. Anzi. Dimenticando la storia dei fronti popolari. Tante cose sono accadute, forse ci sono stati degli errori, ripartire sarà difficile, ma non impossibile. Torniamo a difendere gli interessi dei ceti in difficoltà, delle persone che hanno perso il lavoro. Purtroppo dopo il terremoto anche qui è avvenuto quello che diceva Ignazio Silone: “chi si arricchisce e chi diventa più povero”. Una ridistribuzione più equa di tutto, questa dev’essere la linea guida di un nuovo centrosinistra».