Nove indagati per l'appalto della questura

La procura: bisognava fare una gara pubblica, costi lievitati da 3 a 18 milioni

L'AQUILA. Sono nove le persone indagate nell'ambito delle indagini sull'affidamento diretto dei lavori di ristrutturazione della sede della Questura dell'Aquila, danneggiata dal terremoto, lievitati da 3 a 18 milioni e aggiudicato alla ditta Inteco.

Gli avvisi di garanzia per il reato di abuso d'ufficio sono stati notificati a dirigenti e tecnici del provveditorato interregionale, tra cui l'ex provveditore interregionale alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna, Giovanni Guglielmi.Gli altri sospettati sono Giuliano Genitti, responsabile del procedimento, Lorenzo De Feo, direttore dei lavori, Carlo Clementi, rappresentante del Provveditorato che ha sottoscritto l'affidamento all'impresa Inteco Spa, tutti residenti all'Aquila compreso Clementi che è di Roma; i componenti del Comitato tecnico amministrativo (Cta), organismo che si è espresso sulla validità del percorso burocratico dell'affidamento: l'ex provveditore Giovanni Guglielmi, Maria Lucia Conti, Massimo Lombardi, Roberto Tartaro, Eugenio Cimino, tutti di Roma e Sabino Di Bartolomeo di Bari.

Le indagini furono avviate dopo che la locale sezione della Corte dei conti fu insospettita dal forte lievitamento dei costi e gli atti furono trasmessi al procuratore capo Alfredo Rossini e da questi alla guardia di Finanza.

Nel frattempo il nuovo provveditore, Donato Carlea, decise di ritirare l'affidamento per indire una nuova gara, vinta dall'Associazione temporanea d'impresa (Ati) Nidaco-Califel. Inizialmente, dunque, si decise di affidare i lavori per un appalto di quasi tre milioni. Ma va anche detto che successivamente la quantificazione dei danni ebbe una stima più consistente.

Ma l'indagine poggia soprattutto sulle presunte responsabilità del Comitato tecnico amministrativo che dette il via libera all'affidamento con lievitazione dei costi. Infatti tutti i componenti, compreso il provveditore, sono indagati in quanto in una riunione del 29 luglio 2010 si dette all'unanimità parere favorevole non solo alla approvazione del progetto definitivo dell'importo di 18 milioni e mezzo con una variante ma anche all'affidamento diretto dei lavori alla ditta Inteco, procedura che a detta della procura costituisce un abuso.

Clementi, in particolare, è indagato in quanto rappresentante dell'amministrazione per conto della quale ha sottoscritto il contratto il 2 settembre 2010 che ha avvantaggiato ingiustamente, secondo accuse tutte da dimostrare, la ditta aggiudicataria che comunque non risulta indagata.
Secondo la procura si è agito in violazione del codice degli appalti pubblici che prescrive il rispetto dei principi della libera concorrenza e della pubblicità nell'affidamento dell'incarico di esecuzione di lavori pubblici oltre alla qualità delle prestazioni al rispetto del principio di economicità.

Violata, secondo la procura, anche la norma che permette di derogare al principio di evidenza pubblica quando la estrema urgenza non è compatibile con i termini imposti dalle procedure del bando di gara.

Inoltre, sempre secondo gli investigatori si è omesso di considerare, in sede di iniziale progettazione dell'intervento, la necessità dell'adeguamento sismico delle strutture dell'edificio, «cosa assolutamente prevedibile facendone invece oggetto di un secondo progetto per 18 milioni e mezzo». Le indagini, ora definite, sono state fatte dalla guardia di Finanza che ha anche effettuato diverse acquisizioni di atti. Ora gli indagati hanno venti giorni per presentare delle memorie o farsi interrogare per poi attendere le richieste della Procura della Repubblica.

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