Open day al sito neolitico In mostra gli ultimi scavi 

I visitatori guidati dall’archeologa Petrinelli Pannocchia dell’Università di Pisa Tra gli ultimi reperti emersi a Rio Tana spicca il ritrovamento di un ago in osso

LECCE NEI MARSI. Open day nel sito di “Rio Tana” a Lecce nei Marsi. Il pubblico venerdì pomeriggio ha potuto visitare il sito neolitico dove gli archeologi hanno illustrato le recenti scoperte.
«Anche se la campagna di scavo è iniziata da pochi giorni», ha premesso l’archeologa dell’Università di Pisa, Cristiana Petrinelli Pannocchia, coordinatrice del gruppo di ricerca del quale fanno parte archeologi e studenti italiani e stranieri, «essa ci ha già regalato delle importanti novità. È stata aperta una nuova area che ha permesso di individuare un altro livello di frequentazione. Tra i reperti spicca il rinvenimento di un ago in osso e un frammento di macinello utilizzato per macinare l’ocra. Nelle campagne di scavo precedenti», ha spiegato Petrinelli Pannocchia ai visitatori, «erano venuti alla luce reperti che ci hanno dato la certezza di trovarci in presenza di un villaggio abitato da persone dedite all’agricoltura e all’allevamento, come cumuli di pietre che riempivano le buche di pali che sostenevano un capanno in legno, con pareti coperte di argilla e paglia, e lame di selce che formavano la parte tagliente di falcetti in legno».
Siamo dunque all'inizio del neolitico, intorno a 7.000 anni a.C., periodo in cui gli uomini primitivi da cacciatori e raccoglitori nomadi diventano coltivatori e allevatori stanziali. Nacquero così i primi villaggi, costruiti generalmente in prossimità di fiumi, come quello scoperto alle porte di Lecce nei Marsi. Secondo Petrinelli Pannocchia i primi abitanti del villaggio di “Rio Tana”, considerato il più antico sito neolitico d’Abruzzo, provenivano probabilmente dalle Puglie.
Durante l’open day, non sono mancate attività per i più piccoli, che hanno riprodotto un vasetto in argilla utilizzando tecniche di fabbricazione preistorica. I bambini hanno potuto, inoltre, partecipare a una simulazione interattiva per comprendere le tecniche utilizzate dagli archeologi.
«Questa importante scoperta archeologica, ad opera dell’Università degli studi di Pisa» ha commentato il sindaco Augusto Barile, presente all’evento, «porta Lecce nei Marsi alla ribalta mondiale, tanto che è stata organizzata la Summer school of archeology frequentata da studenti universitari provenienti da tutti i continenti. Il sito neolitico scoperto è il primo villaggio di agricoltori che sfruttava le fertili terre in prossimità delle sponde del lago. Sono stati rinvenuti la prima abitazione del centro Italia e numerosi resti di suppellettili e attrezzi utilizzati per l’agricoltura, per i quali chiederemo alla Soprintendenza archeologica e all’Università di Pisa di conservarli all’interno della biblioteca Enrico Zampetti dove sono già esposti reperti di epoca romana».
Il sindaco ha poi espresso profonda gratitudine per la dottoressa Emanuela Ceccaroni della Soprintendenza, «che», ha detto, «ci è stata sempre vicina», e per la professoressa Cristiana Petrinelli Pannocchia, alla quale, ha annunciato Barile, «l’amministrazione comunale conferirà la cittadinanza onoraria».
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