Operatori economici a Monti: stop ai tavoli con il governo

La decisione in seguito al blocco della ricostruzione Lunedì prossimo ci sarà una manifestazione di protesta

L’AQUILA. Salta il tavolo congiunto tra governo e neo-coordinatori della ricostruzione da una parte e associazioni di categoria della provincia, tra cui Camera di Commercio, Ance, Confindustria e Apindustria, Confartiginato, impegnato a individuare una nuova gestione della ricostruzione dopo la fine del commissariamento. Le associazioni di categoria hanno inviato una lettera dai toni molto duri al premier Mario Mont i al ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca e all’alto funzionario dello Stato Aldo Mancurti, per annunciare il ritiro di ogni tipo di supporto alle decisioni sulle attività del governo sul territorio colpito dal sisma.

Per lunedì prossimo all’Aquila è stata indetta una manifestazione di protesta nella quale sarà denunciata anche la questione della restituzione dei contributi Inail e Inps che dovevano essere al 40% ma che rischiano di tornare al 100% dopo la circolare del ministro del Lavoro Elsa Fornero. La decisione è maturata a causa del blocco di ogni attività di ricostruzione e del caos e della confusione che regnano sia sui percorsi amministrativi sia sui fondi a disposizione. Le organizzazioni datoriali denunciano la disparità di trattamento con le misure per il terremoto in Emilia Romagna: il pomo della discordia ruota sulle modalità di erogazione dei contributi per la ricostruzione con il territorio che chiede il finanziamento agevolato attraverso il rifinanziamento dei fondi nella Cassa depositi e prestiti, mentre il governo propone il passaggio al contributo diretto che secondo le associazioni allungherebbe «il tempo delle pratiche di almeno un anno e mezzo». «Trovo grande disparità», ha spiegato il presidente provinciale dell’Ance Gianni Frattale. «Mi meraviglia come il capo di famiglia, Mario Monti, possa accettare questo diverso trattamento con l’Emilia Romagna. Proprio ora ha mostrato soddisfazione sul finanziamento per quella terra colpita, e noi questo lo capiamo perché comprendiamo bene quel dramma, non entro nel merito delle disgrazie in questo senso non c’è rivalità, ma è un nostro diritto sapere perché a noi si chiudono i rubinetti con il blocco dei fondi dicendoci che il finanziamento agevolato con la Cassa depositi e prestiti non si può più fare, mentre in Emilia Romagna sì».

Frattale è duro sui finanziamenti: «Per noi non c’è certezza», ha continuato. «A 90 giorni dall’uscita di scena del commissario non sono stati trasferiti i fondi per pagare lavori eseguiti da un anno, per gli stati di avanzamento lavori presentati da 5-6 mesi e non possono partire opere già affidate per mancanza di copertura finanziaria. Chiediamo», conclude, «che venga ripristinato il plafond della Cassa depositi e prestiti e ci si diano coperture finanziarie certe». Massimiliano Mari Fiamma, segretario Apindustria L’Aquila, sottolinea che «pur riconoscendo il lavoro del ministro Barca, prendiamo le distanze dalle decisioni del governo. Da ora in poi si assumeranno la responsabilità delle scelte».

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