Orso morto, cani antiveleno nelle campagne di Pettorano

L'attività è rivolta alla ricerca di eventuali bocconi avvelenati, visto che l'orso ad una prima ricognizione visiva, non presenta lesioni da trauma nè ferite d'arma da fuoco

PETTORANO. I cani antiveleno del Corpo Forestale dello Stato sono al lavoro da questa mattina nell'area limitrofa al ritrovamento ieri dell'orso morto, che giaceva sul ciglio di una stradina ciclabile nelle campagne del Comune di Pettorano sul Gizio, nell'Aquilano. L'unità è composta da due cani e un conduttore. L'attività è rivolta alla ricerca di eventuali bocconi avvelenati, visto che l'orso ad una prima ricognizione visiva, non presenta lesioni da trauma nè ferite d'arma da fuoco.

Più tardi l'attività si sposterà in una zona a due chilometri a monte e valle dal punto del ritrovamento dell'orso. Il personale del Corpo Forestale sarà impegnato in un monitoraggio metro dopo metro per verificare se ci fossero altri animali morti nella zona, in modo avvalorare o meno la tesi principale ora seguita dagli investigatori, che è quella dell'avvelenamento. A coordinare le operazioni è il comandante Navio Savini del comando provinciale del Corpo Forestale de L'Aquila. Una dozzina i forestali impegnati nella ricognizione. Il rapporto del veterinario della Forestale sarà consegnato alla procura di Sulmona. Martedì la carcassa dell'orso sarà trasferita a Grosseto all'istituto zooprofilattico.

UNA TAGLIA. Se fosse confermato l'avvelenamento («al momento l'ipotesi più accreditata non essendo state trovate ferite») dell'orso trovato  «l'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa) è pronta a pagare una taglia di 50.000 euro - si legge in una nota - a chi aiuterà a rintracciare, denunciare e far condannare l'avvelenatore. Avvelenare un cucciolo di orso marsicano - prosegue l'Aidaa - è un delitto prima ancora che un reato, è ora che questi delinquenti paghino le loro colpe e le paghino con condanne esemplari e non cavandosela con semplici multe». L'Associazione ricorda che non si esclude che possa trattarsi dello stesso orso che era stato avvistato nei giorni scorsi aggirarsi attorno ad alcune abitazioni (e pollai) della zona.

SEQUESTRATA LA CARCASSA. Dopo il sequestro penale della carcassa dell' animale ordinato dalla procura di Sulmona, il reparto di polizia giudiziaria del corpo forestale sta battendo a tappeto l'intera zona tra Pettorano e Valle Larga frequentata dall'orso per indirizzare con precisione i filoni di indagine. «Al momento non ci sono indagati - riferisce il comandante del corpo forestale della provincia dell'Aquila, Nevio Savini - abbiamo sentito tre persone perchè a conoscenza dei fatti, soprattutto quelle che hanno avvistato e ritrovato l'orso. Non abbiamo sentito ancora gli allevatori ai quali il plantigrado ha fatto visita in questi ultimi giorni, lo faremo nelle prossime ore».

GLI INCONTRI RAVVICINATI. «Stavo per uscire a prendere l'auto, quando me lo sono trovato a un metro, proprio vicino alla mia Panda: ho avuto un piccolo malore, poi quando mi sono ripreso, ho esploso un petardo e l'orso è andato via». A raccontare le scorribande dell'animale è Vittorio Jacozza, docente in pensione che abita a pochi metri dalla casa dell'allevatore che l'altro giorno è finito in ospedale dopo essere caduto e avere battuto la testa su un sasso, mentre cercava di fuggire dall'orso che gli aveva ripulito il pollaio. Jacozza che è cardiopatico, racconta di convivere con la presenza dell'orso da circa un anno e in tre occasioni lo ha sorpreso a pochi metri di distanza, l'ultima dieci giorni fa, quando l'animale è arrivato davanti alla porta di casa. «Da allora abbiamo messo la recinzione elettrica perché temevamo che, da un momento all'altro, potessimo ritrovarcelo dentro casa», afferma l'ex preside del liceo scientifico di Popoli (Pescara), che ricorda la prima volta che si è trovato davanti all'orso.

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«Era l'una di notte del mese di settembre dello scorso anno - spiega - quando mio figlio ha sentito dei rumori provenire dall'esterno. Pensavamo fossero i ladri, ci siamo affacciati alla finestra e abbiamo visto l'orso che stava sopra il tetto del pollaio. Sono uscito con la torcia ed è scappato via. tornato tre ore più tardi per finire l'opera lasciata in sospeso: ha mangiato sette galline e ucciso una papera». Quest'anno la prima visita è arrivata il 12 luglio mentre a Pettorano sul Gizio si festeggiava Santa Margherita. «Erano le 10 di sera ed è sbucato da dietro una piccola rimessa a pochi metri da casa», riprende nel racconto Jacozza, «mi ha visto e si è allontanato». « tornato - conclude - altre volte distruggendo tutta la rete di recinzione, l'ultima dieci giorni fa quando ho avuto il malore, tanto che mia moglie mi ha dovuto cambiare il cerotto che porto per regolare il battito cardiaco». ©RIPRODUZIONE RISERVATA