Ospedale, problema sicurezza

Resta un solo operatore al posto fisso di polizia. Li Calzi (Coisp): «A rischio personale e utenti»

L’AQUILA. Spunta un problema non secondario per tutelare la sicurezza di chi si trova in ospedale. Dalla fine del mese, infatti, l’organico degli agenti a tutela dell’importante presidio di polizia al “San Salvatore” verrà dimezzato per un pensionamento: dei due poliziotti in servizio ne resterà uno solo.

Ne consegue che, se non ci sarà un rimpiazzo, come si teme, l’ufficio, peraltro molto efficiente, resterà aperto a mezzo servizio. Il tutto a fronte di spazi immensi da tenere sotto controllo. Di fatto viene depotenziato un presidio che prima operava con un organico molto diverso. Fino a pochi anni fa erano cinque gli operatori di polizia che vi lavoravano. Poi furono ridotti a quattro. Un organico che, sia pure con qualche problema, riusciva a coprire anche il turno di notte che è sempre stato giudicato importantissimo per ovvie ragioni. Poi, sempre per i pensionamenti non rimpiazzati, l’organico fu dimezzato per tornare successivamente a tre unità ma solo per poco. Uno di essi è stato riportato a lavorare in Questura dopo alcuni mesi mentre la notizia del pensionamento è recentissima.

La presenza del posto fisso in ospedale con un buon organico è importante non solo per frenare i numerosi furti negli armadietti di portafogli o di qualsivoglia altri oggetti; ma anche, e soprattutto, per bloccare sul nascere, prima ancora dell’arrivo della Volante o dei carabinieri, le intemperanze di ubriachi o tossicodipendenti in astinenza che spesso si riversano al pronto soccorso nella notte mettendo a repentaglio la sicurezza di chi lavora lì.

«Al momento, per quanto ci è dato sapere», dice Santino Li Calzi esponente del sindacato Coisp, «al posto fisso resterà tutto come adesso senza rimpiazzare il collega. Già in un recente passato, quando venne meno la sorveglianza notturna, ci furono delle proteste non solo da parte di chi lavora in ospedale ma anche dalla preside della vicina facoltà di Medicina Maria Grazia Cifone. Ma le lamentele non hanno avuto effetto».

«Noi speriamo», conclude, «che si riescano a trovare risorse umane adeguate perché non è giusto ridurre ulteriormente la presenza dello Stato in un posto tanto importante. Sarebbe una sconfitta».

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