Otefal, piano austriaco per salvare 200 lavoratori

Sindacati a colloquio con l’acquirente straniero dell’azienda di laminati ora la valutazione della proposta passa ai dipendenti in cassa integrazione

L’AQUILA. Un piano industriale che convince, almeno a una prima lettura. Torna in piedi, per la Otefal, l'operazione con la multinazionale austriaca Cag Holding, che sembrava sfumata. E il piano presentato ieri dagli austriaci ai sindacati, che oggi sarà sottoposto all'attenzione dei lavoratori, appare consistente e credibile.

Sono così due le proposte per il salvataggio dello stabilimento di Bazzano, specializzato nella produzione di laminati. Oltre a una cordata italiana, si è fatta avanti anche la holding d'oltralpe, di cui si parlava da mesi. Un'azienda solida, che conta 5600 dipendenti in 53 società sparse per il mondo. E che sarebbe intenzionata ad acquisire il sito aquilano, riassumento subito 100 operai, per poi arrivare, nel giro di 24 mesi, al ricollocamento di tutte le attuali 200 unità. Il tutto prevedendo un investimento iniziale di 22 milioni di euro, con l'obiettivo di raggiungere le 12mila tonnellate di prodotto lavorato. Passaggio cruciale dell'operazione, l'ingresso della Otefal nella procedura Prodi-bis, su cui deve pronunciarsi il tribunale il prossimo 11 luglio.

I sindacati, che hanno partecipato all'incontro con il sindaco Massimo Cialente, esprimono un primo giudizio positivo sul piano industriale, in attesa delle necessarie verifiche. La Otefal si trova in procedura fallimentare, con la cassa integrazione ormai agli sgoccioli. Rispetto alla proposta avanzata dalla cordata italiana, gli austraci intendono comprare lo stabilimento e non semplicemente affittarlo e sulla carta viene indicata la salvaguardia di tutte le maestranze.

«Il piano, nelle premesse, è ben confezionato», dice Clara Ciuca della Uilm, «e soprattutto porta occupazione e sviluppo. Anche a livello salariale e di inquadramento i lavoratori dovrebbero essere tutelati». Secondo Gino Mattuccilli della Fim, «tra le due proposte quella austriaca appare più consistente e con più credenziali, trattandosi di un monocliente con una rete commerciale mondiale».

Per Alfredo Fegatelli della Fiom «abbiamo di fronte una nuova opportunità da valutare, che offre maggiori garanzie dal punto di vista occupazionale». Se il tribunale autorizzerà l'ingresso nella Prodi-bis, verrà nominato un commissario e le trattative potrebbero partire a settembre. Oggi la parola passa ai 200 dipendenti.

Romana Scopano

©RIPRODUZIONE RISERVATA