Aquila reale

ABRUZZO

Parco Sirente Velino, l'esperto: "Specie protette a rischio"

Massimo Pellegrini: con nuovi confini proposti dalla giunta regionale esclusi siti di riproduzione di aquila e gufo reale, falco pellegrino, lanario e falcone

L'AQUILA. «Un sito di riproduzione di aquila reale, uno di gufo reale, due di falco pellegrino e uno di lanario, una rarissima specie di falcone tutelato come prioritario da una direttiva comunitaria, oggi nel parco del Sirente-Velino, rimarrebbero esclusi dall'area protetta se venisse approvata la proposta della giunta regionale di taglio dei confini per circa 8mila ettari. Sarebbero altresì tagliati anche importanti territori di alimentazione di un'altra coppia di aquila reale e di gufo reale». Ad affermarlo è Massimo Pellegrini, naturalista e decano degli ornitologi abruzzesi, interpellato dall'Ansa in merito agli effetti sulla fauna della riperimetrazione del Parco proposta dalla giunta Marsilio.

«Da decenni» spiega Pellegrini «conduciamo censimenti sulle specie particolarmente a rischio. Con i miei colleghi, non appena vista la cartina con i tagli proposti, siamo andati a controllare i dati in nostro possesso derivanti o dai nostri studi o di quelli di altri ricercatori, spesso oggetto di pubblicazioni scientifiche a livello nazionale e internazionale. Diverse specie protette a livello comunitario sarebbero interessate e le loro aree di riproduzione, penso a quelle di coturnice, e svernamento ricondotte a territorio in cui la caccia sarebbe riaperta e altre attività impattanti potrebbero essere autorizzate in maniera certamente meno controllata rispetto ad ora».

«La chiusura della caccia ha sicuramente influito positivamente su alcune delle specie rilevanti dal punto di vista della conservazione, direttamente, riducendo le uccisioni illegali e il disturbo, o indirettamente, ad esempio attraverso una maggiore disponibilità di prede» prosegue l'esperto «l'aquila reale, dopo la costituzione della rete di aree protette del centro Appennino, è aumentata considerevolmente e oggi abbiamo circa 25 siti di riproduzione nella regione. Il gufo reale, praticamente estinto in regione a metà anni '80, è tornato a nidificare in diversi siti dei parchi. La coturnice, specie cacciabile nonostante uno stato assolutamente precario di conservazione, ha nei territori protetti un caposaldo. Infine», chiosa Pellegrini, «dobbiamo assicurare aree di connessione all'orso bruno e le zone che sarebbero escluse ricadono tra quelle fondamentali per collegare ecologicamente il parco del Gran Sasso e quello del Sirente. Stupisce che nelle carte prodotte dalla Regione per provare questo ennesimo taglio del parco non vi sia alcuna valutazione scientifica degli effetti in termini faunistici».