L'ospedale San Salvatore dell'Aquila

L'AQUILA

Partorisce col Covid, la bimba sta bene 

È la moglie di un operaio straniero (positivo anche lui). A Cagnano nove tamponi e due famiglie in quarantena

L’AQUILA. Sono stati sottoposti al tampone tutti i dipendenti, una decina, del reparto di Ginecologia e Ostetricia del San Salvatore entrati in contatto con la donna macedone risultata positiva al Covid al momento del parto. Si tratta della moglie dell’operaio straniero, anch’egli positivo, rientrato dal suo Paese a Cagnano Amiterno – con la propria auto – lo scorso 18 giugno. La donna è asintomatica, ma è stata comunque trasferita a Malattie infettive, mentre il reparto di Ginecologia è stato bonificato. La bimba fortunatamente sta bene, ma per ora la mamma è isolata e non può vederla. Il ritorno dei contagi non dovrebbe comportare modifiche nell’organizzazione ospedaliera, visto che non sono stati bloccati i ricoveri per interventi già programmati e neanche la preospedalizzazione. Restano in vigore le misure anti-Covid, con divieto di accesso dei parenti dei ricoverati nei reparti, salvo casi eccezionali. Eventuali cambiamenti di programmi o disservizi rientrano nelle problematiche legate alla carenza di personale nell’Asl, che si accentuano in estate.
I MACEDONI: NOI IN REGOLA. «Sin dal principio dell’emergenza Covid 19, la comunità macedone residente all’Aquila è attenta e rispettosa delle regole di contenimento previste dalla legge». A parlare è Abdula Salihi, presidente dell’associazione culturale “Rilindja”, a proposito del contagio riscontrato dal tampone effettuato su un operaio di ritorno dal Paese extra Ue insieme a sua moglie, già in isolamento domiciliare. Un caso positivo che ha coinvolto anche un tecnico italiano e un altro operaio (4 persone, tutte con pochi sintomi). «L’associazione», spiega, «è stata sempre in prima linea nei confronti della propria comunità a partire dal fornire gli aggiornamenti puntuali delle regole e dei comportamenti da mantenere». «Inoltre», aggiunge Salihi, «sosteniamo anche noi le misure definite dall’ordinanza regionale in materia di prevenzione. Allo stesso tempo, abbiamo collaborato col Centro servizi volontariato per fornire supporto economico e alimentare alle famiglie che, durante il lockdown, si sono trovate in difficoltà. Fiduciosi di ritornare quanto prima alla normalità», prosegue, «invitiamo i nostri concittadini, così come tutti gli aquilani, a continuare a rispettare le regole così come fatto sino a oggi. Ci tengo a sottolineare», precisa Salihi, «che stiamo parlando di persone che non sono andate e tornate: sono rimaste bloccate in Macedonia proprio a causa delle restrizioni e hanno dovuto attendere la riapertura delle frontiere per programmare il viaggio».
Un autobus, sul quale viaggiava il primo operaio risultato poi positivo, partito sabato 27 giugno da Tetovo e Gostivar, non era diretto all’Aquila come destinazione finale, ma toccava varie località da Nord a Sud. Delle 25 persone in viaggio, meno di una decina stava facendo rientro nel capoluogo. Al momento, non sono disponibili voli diretti da Skopje a Roma. Tutte le persone arrivate nel capoluogo sono state contattate dalla questura e hanno effettuato un tampone (gli ultimi sono previsti proprio nella giornata di oggi). Anche alcune ditte edili si sono mosse per effettuare dei test ad alcuni loro dipendenti giudicati a rischio, in virtù dei contatti recenti. Per gli occupanti del bus è stata disposta una quarantena precauzionale, insieme alle rispettive famiglie. Tutti i movimenti sono stati tracciati. A Fossatillo di Cagnano Amiterno la situazione è di vigile attesa per gli esiti dei test, ma è tutto sotto controllo. Eseguiti 9 tamponi, due famiglie locali sono in quarantena.
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