Pd, se ne va anche Valentini

10 Luglio 2010

Comune, accuse a Cialente su nomine e inadempienze

L'AQUILA. Alcuni giorni fa l'uscita dal Pd dell'ex consigliere provinciale Gabriele Perilli, passato con Rifondazione comunista. Ieri nel Partito democratico c'è stato un altro addio, quello del consigliere comunale Francesco Valentini.

Uno strappo imputabile, per Valentini, «all'incapacità mostrata dal sindaco Cialente e dal suo esecutivo. Credo che questa giunta non solo non abbia futuro, ma non abbia neanche una specifica ragione d'essere» si legge nella lettera che il consigliere ha inviato al presidente del consiglio comunale, al sindaco e ai vertici del Pd. «Si resta esterrefatti dinanzi alla mancanza di corrispondenza tra ciò che viene detto e ciò che poi viene (o non viene) fatto. Anche i vertici del Pd non sembrano essersi affannati nel suggerire l'elaborazione di meccanismi partecipati».

Quindi la questione delle recenti nomine «che» afferma Valentini «stanno a significare la ragion di Stato. Sin dal momento della formazione di tale partito, non si è mai avuta in seno ad esso una scelta che può definirsi ragionata e condivisa né con il gruppo consiliare né con i cittadini, i quali sono costretti ad assistere inermi agli innumerevoli avvicendamenti nelle varie poltrone man mano lasciate libere. Da tali determinazioni, i consiglieri del Pd sono stati di fatto esautorati, potendo apprenderle solo in un secondo momento, quando oramai non c'era più niente da dover discutere».

Da qui la decisione di lasciare il Pd, «non riuscendo a intravedere nel comportamento di questo neonato partito un nuovo modo di fare politica e di amministrare la cosa pubblica», ma non il consiglio «per rispetto alle 652 persone che mi hanno votato».

E ancora, altre pesanti critiche nei confronti del sindaco e della sua giunta. «Viene da chiedersi» scrive Valentini «quali atti abbia emanato l'amministrazione per la ricostruzione della nostra città. Nessuno! O meglio, nessuno che abbia avuto incidenza. Al di là della nuova richiesta di sospensione del pagamento delle tasse e di una protesta consistita nel ripiegamento della fascia, il sindaco non ha promosso alcuna azione per alleviare i problemi degli aquilani». Un addio al vetriolo.

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