Perdonanza a pagamento, quando la festa divide e non unisce. «Non è un festival di bellezza, intervenga la Curia»

L’Aquila, il caso biglietti. Il centrosinistra attacca ancora sulla decisione del comitato presa per garantire la sicurezza. Pezzopane contro il sindaco Biondi: «Lo scorso anno ci furono 800 posti riservati, cominciamo a tagliare lì»
L’AQUILA. «Il sindaco Biondi vive tutto come sfida, in ansia permanente da prestazione. Ormai fa cose solo per indispettire chi non si sottomette alle sue necessità. Vedo questo nel suo estemporaneo annuncio di voler mettere a pagamento anche l’apertura serale della Perdonanza, scambiata da Biondi e dal suo entourage per un esoso festival di bellezza». Una decisione che «divide la città», secondo la consigliera comunale del Pd Stefania Pezzopane, quella di far pagare l’ingresso, per la prima volta, anche alla cerimonia inaugurale del 23 agosto, che si apre con l’accensione del Tripode della Pace e prevede poi l’esibizione di artisti del calibro di Renato Zero e Alex Britti. «Mi sarei aspettata», dice Pezzopane, «quest’anno un pentimento da parte di Biondi: dopo la figuraccia dello scorso anno, scoperta con un mio accesso agli atti, da cui venne fuori che i posti delle autorità decisi da chi ha gestito la Perdonanza nel 2024 sono stati 800 (650 autorità e 150 giornalisti), mi aspettavo che si scusasse e dicesse “aquilane, aquilani, quest’anno i posti riservati saranno pochissimi e le prime file le riserviamo ai giovani, ai fragili, alle persone che più hanno bisogno del messaggio di Celestino”. Le persone lo scorso anno si accalcavano e si arrabbiavano, perché vedevano lo scandalo di trovare i posti già occupati perché riservati dal Comune. Ma quale prenotazione online, basta la telefonata a chi sappiamo». Secondo Pezzopane, «il sindaco invece delle scuse sta preparando un altro dispetto, si paga anche per la serata di apertura. Quindi si dovrebbe pagare per assistere ad un rito civile come l’accensione del fuoco del Morrone? Pagare per sentire il discorso dell’arcivescovo ? Ma non è ridicolo tutto ciò? Una grande Perdonanza ridotta a capriccio, a dispetto. Vi lamentate perché si pagano i biglietti? Bene adesso ci pensa il sindaco! Si paga anche la prima sera. Perché la Perdonanza è cosa nostra anzi cosa mia. E la città? Si divide ed a dividerla chi è? Il sindaco che ogni giorno dimostra che non è e non vuole essere il sindaco di tutti». Infine l’appello all'unità: «Ed il centrosinistra che fa, continua a farsi i dispetti anch’esso o unisce le forze per un grande progetto alternativo?».
Spera in un intervento della Curia il consigliere comunale di L’Aquila Nuova Paolo Romano: «Una decisione inappellabile, secondo il proclama di Biondi, come tutte quelle prese da questa amministrazione e comunicate all’ultimo momento in questi anni: chi non ricorda i teloni neri a Piazza Duomo per precludere la vista degli spettacoli a pagamento ai cittadini che anche solo transitavano da lì? Anche allora si disse fu per una questione di sicurezza, ma alle polemiche si rispose facendo correre sui social la parola “truscianti” e obbligando anche chi non era d’accordo a non intervenire, pena l’essere tacciati di taccagneria. Ora, al netto delle posizioni di allora come ora e della posizione che spero vorrà esprimere la Curia che non mi sembra di poco conto, se la decisone come temo resterà invariata, credo sia opportuno rendere a pagamento anche gli ingressi delle autorità - politiche, militari, ecclesiastiche e civili - a maggior ragione perché l’amministrazione, per tentare di arginare le polemiche - ha dichiarato che l’intero incasso della serata sarà devoluto in beneficenza». «In questi otto anni», sottolinea Romano, «sono sempre andato via dopo l’apertura della Porta Santa, lasciando il posto per lo spettacolo inaugurale a disposizione dei cittadini; si potrebbe chiedere di fare altrettanto all’intero consiglio, invece di permettere di essere raggiunti dalle famiglie, restituendo forza e centralità alla parte civile e religiosa».
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