Perilli (Prc): «Sviluppo sì ma senza sopraffazioni»

Il consigliere chiarisce la posizione sul Gran Sasso: «L’impianto alle Fontari si può fare col progetto di reale sostituzione. Per Montecristo rispettare le leggi»

L’AQUILA. «Non siamo contrari a tutto». Il consigliere comunale di Rifondazione comunista Enrico Perilli scrive al Centro dopo il dibattito scaturito dalle prese di posizione del partito su ambiente e sviluppo.

«Rifondazione non è stata mai contraria alla sostituzione dell’obsoleto impianto delle Fontari, ha da tempo proposto che si realizzi il progetto del 2013, di reale sostituzione e che aveva avuto approvazioni in conferenza di servizio. Si è proceduto con un nuovo progetto che sta avendo un percorso travagliato, avendo avuto il parere contrario del settore scientifico del Parco, del ministero e l’opposizione ambientalista; da ultimo la commissione di valutazione ambientale ha chiesto integrazioni (incredibile come si possa presentare un nuovo impianto giustificandone la realizzazione per ragioni legate alla ventosità e poi omettere rilevazioni sulla stessa!). Saggezza vorrebbe che si ritiri il progetto contestato, e per ora bloccato, per realizzare l’altro da tutti condiviso. Siamo favorevoli alla sostituzione delle Fontari; sulla cabinovia di Montecristo abbiamo richiamato al rispetto delle norme e leggi che impediscono in zona Sic (sito interesse comunitario) la realizzazione di impianti a fune. Pertanto o si sposta l’impianto o si riperimetra la zona Sic, riperimetrazione che necessita del parere del governo e della decisione dell’Ue: non vi sono altre strade. Continuare a far finta che non vi sia questo vincolo vuol dire prendere in giro la cittadinanza, primi tra tutti gli operatori turistici. Rifondazione è favorevole a implementare il turismo realizzando ciò che la normativa prevede, senza avviare inutili e improduttivi conflitti; da sempre proponiamo la realizzazione di infrastrutture turistiche come rifugi, reti sentieristiche, parchi avventura, piste ciclabili, ippovie attrattive e ambientalmente sostenibili».

Perilli scrive che «la questione ambientale è per noi dirimente, attiene alla nostra visione del mondo, convinti come siamo che l’aggressione degli ultimi due secoli abbia portato il pianeta al collasso e che il concetto di antropocentrismo vada rivisitato, non più l’uomo dominatore del mondo ma rispettoso del Creato, rinunciando allo sfruttamento della natura al fine di generare profitti per pochi. Concetto chiave, quest’ultimo, dell’enciclica papale. Riproporre il conflitto tra tutela ambientale e occupazione è un paradigma superato. Lì dove il territorio è tutelato si vive meglio e si creano maggiori e migliori opportunità. Basta fare un salto a Pescasseroli… È dovere del centrosinistra difendere le conquiste ambientali e non cercare di smantellarle. I violenti attacchi al Parco sedimentano l’idea che la tutela dell’ambiente sia un lusso e non un dovere civico e invece è sufficiente guardare i territori non protetti per rendersi conto di come sono stati scempiati e deturpati, scempio che poi produce abbandono e infatti lo spopolamento dei centri montani è stato generato dall’emigrazione, industrializzazione e conseguente urbanizzazione e poi dallo smantellamento progressivo e ancora in atto di servizi essenziali (scuole, presìdi sanitari) non certo dall’istituzione dei parchi che invece, dati alla mano, hanno comportato un’inversione di tendenza. Abbiamo chiesto a sindaco e maggioranza di confrontarsi, senza pregiudizi. Abbiamo ottenuto un acritico accodarsi alle posizioni del sindaco. Il Pd rivendica legittimamente un ruolo di guida, ma la leadership per essere tale dev’essere riconosciuta altrimenti si generano solo conflitti e prove di forza (che a volte esponenti Pd interpretano anche fisicamente…). Il Pd dovrebbe svolgere una funzione di cerniera e mediazione tra culture politiche diverse. In ultimo, la deriva renziana di questo partito provoca difficoltà di convivenza alle forze di sinistra della coalizione. Nella visita di Renzi ci avrebbe fatto piacere ascoltare da esponenti regionali Pd un richiamo alle vicende di Ombrina e delle ragioni del No, che dicono di condividere. Invece si è preferito non contrariare il premier e scatenarsi in foto e codazzi. Se si vuole aprire un dialogo noi siamo pronti. Se invece si vogliono esibire i muscoli ognuno si assumerà le proprie responsabilità».

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