Presutti e la battaglia con Equitalia: «Denuncerò Befera»

SULMONA. «Non ci sto a farmi schiacciare da un sistema che non chiede mai scusa e che distrugge uomini e famiglie. Domani presenterò un esposto in Procura a Sulmona nei confronti del numero uno di...
SULMONA. «Non ci sto a farmi schiacciare da un sistema che non chiede mai scusa e che distrugge uomini e famiglie. Domani presenterò un esposto in Procura a Sulmona nei confronti del numero uno di Equitalia, Attilio Befera». Continua la battaglia di Raffaele Presutti, l’agente finanziario finito sul lastrico in seguito a un contenzioso con Equitalia scaturito dalla vendita di un appartamento. «Sono venuto a conoscenza che tutti i partiti politici hanno accertamenti tributari o fiscali in corso», spiega Presutti, «tuttavia da anni tali accertamenti non seguono alcuna emissione di cartelle esattoriali o successivi pignoramenti ed esecuzioni». Presutti ha maturato la decisione di rivolgersi alla giustizia dopo aver assistito alla puntata di Report del 28 aprile 2014, dove alcuni impiegati di Equitalia avrebbero rivelato presunte facilitazioni e omissioni che la società di riscossione avrebbe messo in atto nei confronti di alcuni contribuenti. Una lista di 565 “intoccabili”, ai quali Equitalia avrebbe riservato un trattamento di favore rispetto a tutti gli altri cittadini. «Le ipotesi di reato nei confronti di Befera sono abuso e omissioni di atti d’ufficio» afferma Presutti «la prima ipotesi qualora la norma non consenta tali procedure alternative di trattamento del debito; la seconda qualora la norma lo consenta ma non viene applicata alla massa indistinta di contribuenti destinatari di provvedimenti amministrativi e legali da Equitalia». La vicenda di Raffaele Presutti parte nel 2005 con l’acquisto di una casa per 133mila euro. Nell’atto viene indicato il valore catastale dell’immobile per 60mila euro. Dopo pochi mesi Presutti rivende l’immobile per 170.000 e come regola avrebbe dovuto pagare il 10% di imposta a titolo definitivo sulla differenza tra il prezzo di vendita, 170.000, e il prezzo di acquisto, 133mila, più spese notarili: circa 3.700 euro. L’Agenzia delle entrate avvia un contenzioso che in breve tempo si trasforma in una cartella esattoriale da 108mila euro. Presutti fa ricorso in Commissione tributaria e perde i primi due gradi. In attesa del ricorso in Cassazione, scadenza ottobre 2013, Equitalia richiede il pagamento di 45.000 euro più 21.384,72 euro. Presutti chiede e ottiene la rateizzazione, a tutt'oggi in regolare ammortamento. Il 15 maggio arriva da Equitalia Pescara una comunicazione preventiva di iscrizione ipotecaria per altri 29.633 euro su beni personali, alla richiesta di spiegazioni, Equitalia risponde l’indomani a Presutti con una lettera di scuse e l’annullamento dell’atto. Ad agosto presenta un esposto-denuncia alla Procura di Sulmona: il pm Stefano Gallo gira tutto alla Finanza, che sta accertando se vi sono reati. A fine dicembre, in evidente difficoltà finanziaria, Presutti chiede alla Commissione tributaria di sospendere il pagamento delle cartelle Equitalia. La Commissione respinge l’istanza.
Claudio Lattanzio
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