Progetto Case, Cialente allerta la Protezione civile

13 Ottobre 2014

Il sindaco: «Tutte le piastre vanno controllate, lo faccia chi ha appaltato i lavori» Per il Comune la questione degli alloggi inagibili va affrontata e risolta a Roma

L’AQUILA. «La stazione appaltante del Progetto Case e dei Map è la Protezione civile. È lei che deve occuparsi dei controlli su tutto il complesso, a fini legali». Il sindaco, Massimo Cialente, all’indomani dell’ordinanza per lo sgombero della piastra 19 di Cese di Preturo, interessata dal crollo di un balcone, sembra deciso a passare la «patata bollente».

«Ho scritto alla Protezione civile di venire a fare i sopralluoghi su tutte le piastre», dice. «Noi non abbiamo i mezzi e le forze necessarie per sobbarcarci questa situazione. Così non si va avanti. I controlli su queste strutture deve farli chi si è occupato della loro costruzione». D’altra parte, come più volte ha ripetuto il sindaco «L’Aquila è un problema nazionale», ma sembra che ci sia ancora chi non se ne è accorto. Tra questi il premier, Matteo Renzi, e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a cui Cialente ha inviato due distinte lettere sulla questione senza però ottenere risposte. «Ritengo che il silenzio da parte del governo corrisponda a una mia delegittimazione», sbotta Cialente. «Se non vado bene, lo dicano. Altrimenti non si spiega perché non risponde nessuno al sindaco dell’Aquila. La città sta morendo. Non voglio recitare la parte del becchino. Questo non è un problema mio, né nostro». È proprio per questo motivo che il primo cittadino ha intenzione di coinvolgere la Protezione civile per i controlli a tappeto su tutto il patrimonio antisismico. «Se fosse necessario sgomberare molte famiglie non possiamo essere noi a trovare alloggi adatti», continua. «Si prenda la responsabilità il governo: sono pronto a passare tutto il personale del concorsone ai ministeri. Con questi mezzi faccia lo Stato quello che oggi chiede al Comune. Oppure ci dia personale proveniente dai ministeri. Non si può far finta che L’Aquila non esista».

Altro segno di disinteresse sarebbe, secondo il sindaco, la mancata sostituzione di Paolo Aielli, alla guida dell’Ufficio speciale per la ricostruzione del capoluogo (Usra) fino alla fine del mese scorso, e ora amministratore delegato dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato. «È incredibile che un ufficio tanto importante possa restare scoperto», prosegue Cialente. «Devo forse pensare che ci sia un accordo con il capo della minoranza in consiglio comunale e che il governo abbia deciso di consegnare L’Aquila al centrodestra? Non voglio restare a fare il punching-ball di questa situazione». Il sindaco ricorda anche che «la manutenzione straordinaria di Case e Map è stata fatta, ma è incredibile che dopo appena cinque anni si verifichino problemi strutturali, tanto più che si tratta di un appalto di 43 milioni». Il Progetto Case, infatti, è costituito da circa 4500 appartamenti ed è stato voluto dall’allora premier Silvio Berlusconi. Le famiglie ospitate negli appartamenti della piastra 19 hanno ora 10 giorni di tempo per lasciarli: verranno sistemate in altri alloggi provvisori. Sull’edificio saranno effettuati ulteriori controlli, affidati a tecnici strutturisti, per deciderne il destino. «Provo imbarazzo nei confronti di queste persone», conclude Cialente. «Capiremo meglio l’atteggiamento del governo nei confronti di questa città quando bisognerà discutere il decreto Salva Italia: l’unica cosa certa è che si cercherà di salvare le banche aquilane. Sul resto staremo a vedere. Ma non dimentichiamo che a gennaio i fondi per la ricostruzione saranno finiti».

Michela Corridore

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