Pronto soccorso, è emergenza

I sindacati: «Ore di attesa per i pazienti, il reparto è da riorganizzare con un maggiore organico»
L’AQUILA. Al pronto soccorso del San Salvatore è piena emergenza.
Ore di attesa per i pazienti, che necessitano di una visita o di un esame più approfondito. L’ultimo episodio in ordine di tempo è accaduto due giorni fa, quando un utente è rimasto in appoggio al pronto soccorso più di otto ore, prima di essere sottoposto ad accertamenti radiologici.
Le criticità del reparto sono note da tempo allo stesso manager dell’Asl, Giancarlo Silveri, costretto ad ammettere qualche limite organizzativo e il solito, vecchio, problema: la mancanza di personale, che nel periodo di ferie estive si accentua notevolmente.
A pagarne le spese sono sempre i cittadini, costretti a lunghe ed estenuanti attese, anche per servizi sanitari di prima necessità.
Ma dov’è che l’ingranaggio si inceppa? Nonostante l’entrata in funzione del triage, con tre codici identificativi distinti – verde per gli interventi di lieve entità, giallo per quelli medi e rosso per i casi urgenti – e malgrado l’inaugurazione dell’osservazione breve, un reparto di transizione con sei posti letto, utile a verificare la reale necessità del ricovero, il pronto soccorso resta un tallone d’Achille dell’ospedale aquilano.
«Siamo di fronte a una problematica che si trascina da tempo e che è stata più volte evidenziata dalle organizzazioni sindacali», dichiara Gianfranco Giorgi, responsabile Cisl sanità della provincia dell’Aquila. «L’intasamento che si crea, con punte di criticità in particolari giornate, è legato da una parte alla mancanza di posti letto nei reparti, che rallentano i ricoveri, dall’altra dall’enorme mole di lavoro per il personale in servizio. Va trovato un meccanismo che consenta di ampliare l’organico ed evitare una situazione di disagio per gli utenti, sottoposti a lunghe attese, e per gli stessi operatori, che lavorano continuamente sotto pressione». Anche Rita Innocenzi, responsabile provinciale Cgil sanità, parla di «criticità da affrontare e risolvere. In una città frammentata come L’Aquila», dice la sindacalista, «il pronto soccorso è ancora il punto di riferimento di una larga fascia di utenti che non viene intercettata dalla medicina del territorio. A ciò si aggiunge la necessità di un potenziamento dell'organico e di una migliore organizzazione tra il pronto soccorso e la successiva fase diagnostica con esami strumentali».
Monica Pelliccione
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