Nel crollo del palazzo sono morte 9 persone. Convitto: oggi il preside dal pm

«Quella indagine è bloccata»

Via XX Settembre 79, chiesto l’avvio dei sopralluoghi.

L’AQUILA. «Sono passati dieci mesi dalla tragedia ma ancora non vediamo progressi nell’indagine sul crollo della nostra casa». A parlare alcuni residenti di via XX Settembre 79.
Non si tratta di una protesta in senso stretto o di una critica alla procura ma di una decisa sollecitazione agli organi investigativi per far camminare anche quel filone di indagine. Come è avvenuto per altri. Inoltre il timore della prescrizione è sempre in agguato nella mente di chi chiede giustizia.

Del resto, secondo quanto da loro affermato, si tratta di un condominio nel quale sono morte nove persone tra cui figlie e moglie dell’avvocato Maurizio Cora scampato alla tragedia ma anche lui ferito.
«Subito dopo il 6 aprile», dicono i residenti «abbiano visto un repentino avvio di indagine con degli interrogatori e delle obiettive iniziative istruttorie anche dopo delle denunce fatte da noi».
E, in effetti, le polizia giudiziaria ha anche acquisito degli atti e una perizia di una controversia civile nella quale si contesta la eccessiva vicinanza di un nuovo fabbricato a quello crollato. Dei lavori fatti successivamente avrebbero potuto indebolire la staticità del condominio poi semicrollato.

La polizia giudiziaria, tra l’altro, nella scorsa estate ha ascoltato a lungo come persona informata sui fatti anche il legale che ha avviato quella controversia civile che, va precisato, è ancora lontana dalla definizione.
«Ci rendiamo conto», proseguono, «che gli accessi possano essere problematici per il rischio obiettivo di ulteriori crolli ma almeno la messa in sicurezza poteva essere avviata dopo tanti mesi da quel 6 aprile».

La gente, del posto, non solo quindi chi abitava in quel palazzo, ma anche chi viveva nelle immediate vicinanze, tiene a precisare che pure lì ci furono degli allarmi inascoltati e una delle vittime, il compianto dottor Dante Vecchioni aveva anche chiamato un tecnico per fare delle verifiche dopo avere ascoltato degli scricchiolii tutt’altro che rassicuranti.

ALTRE INDAGINI.
Per quanto riguarda le altre indagini stanno andando verso la definizione. E’ il caso della indagine sul crollo del Convitto nazionale. Infatti oggi dovrebbe esserci un interrogatorio del preside dell’istituto, Livio Bearzi il quale intende fare alcune precisazioni sulla sua posizione.
Nei prossimi giorni è previsto anche l’interrogatorio di uno degli indagati per il crollo della Casa dello studente. Si tratta dell’ex assessore comunale, Luca D’Innocenzo il quale, sulla scorta dell’esito di una perizia collaterale a quella principale, ritiene di poter essere del tutto scagionato visto che la consulenza escluderebbe la sua colpevolezza anche se le perizie non vincolano il magistrato. L’indagato è assistito dall’avvocato Fabio Alessandroni.

Stanno andando avanti con una certa celerità tutte le indagini riguardanti i sette palazzi crollati in centro storico con ben centodue persone decedute. Ora, secondo quanto si è appreso nei giorni scorsi, potrà procedere speditamente anche l’indagine sul crollo del San Salvatore dopo il ritrovamento alla Asl e presso il genio militare dei faldoni smarriti. Soltanto tra alcune settimane, infine, ci potranno essere delle novità per quanto riguarda le indagini sul mancato allarme nei riguardi degli annunci, «troppo rassicuranti» fatti dalla Commissione grandi rischi. Una vicenda che si sta allargando a fronte di almeno venti denunce presentate.