Iniziativa di solidarietà

Raccolta farmaci per il Venezuela

L’appello dell’associazione Ali presieduta da un medico di Pratola

PRATOLA PELIGNA. Il Venezuela rischia di sprofondare in una crisi senza precedenti e scattano gli appelli alla comunità internazionale. A far sentire la propria voce sono anche gli aderenti all’associazione “Ali” di cui è presidente il medico Edoardo Leombruni di Pratola Peligna.

«Mancano medicinali, i banchi alimentari sono quasi vuoti, la luce elettrica funziona a fasi alterne e l’inflazione dichiarata è al 240%», afferma Leombruni. «Una situazione drammatica che sta mettendo a dura prova la popolazione e i molti italo-venezuelani che si trovano nello stato dell’America Latina». A questo si aggiungono, poi, i decessi di persone e bambini che non hanno potuto essere curati a causa della carenza di medicinali e attrezzature mediche. Una mancanza a cui si sta cercando di dare una risposta attraverso il programma di aiuti umanitari promosso dall’organizzazione internazionale di cui Leombruni è coordinatore per l’Italia. Si tratta di un’organizzazione che ha già raccolto moltissimi farmaci che sono stati distribuiti ad associazioni o centri di cura in Venezuela. Un gesto nato dalla solidarietà della popolazione del Centro Abruzzo che ha fatto sentire la sua vicinanza alle persone del Venezuela.

Ma non solo. Infatti, per far fronte alle difficoltà dello stato sudamericano, la rete internazionale dell’associazione è stata estesa anche in altre nazioni, quali Stati Uniti, in particolare a Miami e Washington, e Repubblica Ceca.

Un contesto internazionale in cui l’Italia, e soprattutto la Valle Peligna, sta dando il suo forte contributo raccogliendo farmaci, materiale sanitario e organizzando le spedizioni. Quest’ultime devono essere compiute seguendo delle regole ben precise e affidandosi a intermediari di fiducia.

«Un lavoro impegnativo», sostiene Leombruni, che lancia un ulteriore appello alla solidarietà, «ma in grado di evitare che proprio quei medicinali finiscano nel mercato nero».

Federico Cifani

©RIPRODUZIONE RISERVATA