Riassunte le insegnanti in pensione

Il giudice “boccia” la riforma Fornero: «Discriminate». Le 4 devono tornare in classe, ma è il caos

AVEZZANO. Quattro insegnanti riammesse in servizio dopo il pensionamento grazie a un ricorso. Con loro anche un amministrativo. Il giudice del lavoro del tribunale di Avezzano, Giuseppe Giordano, ha così bocciato la legge Fornero che discriminerebbe in tal modo le donne. I cinque dipendenti statali di tre istituti comprensivi marsicani sono tornati al lavoro scombinando l’organizzazione delle scuole in questione, che avevano già ricoperto le cattedre con altro personale. Avevano un’anzianità contributiva minima (tra i 17 e 25 anni di servizio) ma hanno lamentato un torto visto che erano state messe a riposo d’ufficio prima del compimento dei 66 anni, età che attualmente costituisce limite invalicabile per la maggior parte dei dipendenti dello Stato in base alla riforma pensionistica del 2011. Secondo il giudice del lavoro le ricorrenti non dovevano essere pensionate dall’amministrazione scolastica a partire dal primo settembre 2014, anno scolastico in cui compivano 65 anni, ma al termine dell’anno scolastico successivo, ossia dal primo settembre 2015. In pratica le cinque ricorrenti hanno compiuto 65 anni nel 2014 e al 31 dicembre 2011 avrebbero maturato i requisiti per beneficiare, in quanto donne, della pensione anticipata di vecchiaia, all’epoca vigente per le donne di 61 anni di età con almeno 20 anni di contributi. «A rendere del tutto speciale la vicenda», affermano gli avvocati della Uil scuola Salvatore Braghini e Renzo Lancia, difensori delle ricorrenti, «sono le motivazioni del giudice. L’ordinanza infatti ha stabilito che la norma di interpretazione autentica sopra richiamata ha creato disparità di trattamento con i colleghi uomini che, a parità di requisiti di età e di contributi, hanno potuto fruire del nuovo regime previdenziale, considerato più favorevole da quanti, come le cinque ricorrenti, avendo una contribuzione minima, hanno interesse a prolungare l’età pensionabile». Braghini e Lancia sostengono che «la decisione del giudice potrebbe avere un impatto su tutto il territorio nazionale».

Pietro Guida

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