Ricostruttori senza sede
La squadra di Fontana: 8 tecnici in una stanza
L’AQUILA. Ricostruttori senza sede. La struttura di missione, istituita il primo febbraio col decreto numero 2, cammina a tre cilindri. L’esercito di 30 giovani laureati con lode, motivati e disposti a lavorare giorno e notte, come li vuole il commissario Chiodi, ancora non è stato formato. Per ora, 8 tecnici si pestano i calli in una stanza da 20 metri quadrati. Ma Fontana è fiducioso: «Faremo bene».
L’EX PROFUMERIA. L’architetto Gaetano Fontana, a capo della struttura tecnica di missione che ha già prodotto il primo «Programma di intervento sperimentale con fattibilità a breve termine», conferma la situazione precaria dal punto di vista logistico ma si mostra sereno. «Faremo bene. la priorità assoluta è quella di pensare alla gente che deve rientrare il prima possibile nelle abitazioni, anche del centro storico, dove presto dovrà essere riattivata tutta la rete dei servizi». Attualmente la struttura tecnica di missione dispone di una stanza a Roma, messa a disposizione dalla Regione, e di una stanza nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito che si chiama hotel Olbia ma soltanto perché è un ex alloggio del G8. Otto persone in venti metri quadrati.
È qui che si stanno scrivendo, in queste ore, le regole d’oro per la ricostruzione del centro storico. Il Comune, intanto, saltata la possibilità di insediare la struttura a via Maiella (ex Scientifico) ha proposto la sede di un’ex profumeria di corso Vittorio Emanuele. In attesa di avere l’ok, un quarto della struttura continua a lavorare agli indirizzi per il centro storico, in cui andranno messi insieme i «pieni» e i «vuoti», gli aggregati e gli isolati, i beni culturali, i palazzi storici e le reti dei servizi, gli spazi privati e quelli pubblici. Per una ricostruzione il più possibile armonica.
I CONSORZI. Proprio ieri il Comune ha consegnato alla struttura di missione un primo elenco che contiene indicazioni di massima su una trentina di consorzi che sono stati formati finora da proprietari di immobili in centro storico desiderosi di attivare subito le procedure per la ricostruzione. Una buona notizia, per un elenco atteso da giorni. Ora i tecnici caleranno gli aggregati sulla mappa della città che comincerà, quindi, a prendere forma. Un passaggio fondamentale per stabilire le priorità d’intervento. Così com’è stato fatto per le prime sei aree (Porta Napoli Ovest, Porta Napoli Est, Santa Maria di Farfa, ex San Salvatore, Lauretana, Belvedere-Banca d’Italia) dalle quali si ripartirà per avviare la riedificazione del centro storico. «Lavoriamo a un cronoprogramma dei lavori con le modalità di realizzazione», spiega Fontana.
«I cantieri dovranno essere organizzati, visto che il rientro nelle abitazioni è legato prima di tutto alla disponibilità dei servizi. I gestori sono già tutti d’accordo a sottoscrivere un protocollo d’intesa. Va data priorità assoluta alla riapertura di queste prime sei aree». Parallelamente corrono i 5 interventi prioritari: Ponte Belvedere; frana di Belvedere; mura antiche (zona stazione); Ponte Sant’Apollonia; centrale Telecom. Per questi lavori si va a caccia di fondi disponibili. Ricerca non facile. E Fontana preme l’acceleratore. «La parola d’ordine per tutti è: fare presto. Bisogna occuparsi della gente».
COME RICOSTRUIRE. Se i Comuni decideranno di avvalersi della norma transitoria, che già individua la perimetrazione dei centri storici (per L’Aquila la parte dentro le mura; per gli altri centri le zone A degli strumenti urbanistici), si potrà passare, entro 30 giorni, a definire gli ambiti da assoggettare ai piani di ricostruzione. Gli ambiti urbanistici ed edilizi sono formati da uno o più aggregati da sottoporre a interventi integrati, che dovranno essere messi in relazione con le strade e gli altri spazi pubblici e che dovranno includere, oltre al patrimonio edilizio da recuperare, anche le opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Per il centro dell’Aquila, ogni ambito può (ma non è obbligatorio) includere uno o più edifici definiti «strategici o speciali» oppure vincolati. A breve verranno ulteriormente esplicitati tempi e modi della ricostruzione.
Non ci saranno sorprese. Tutto è contenuto nelle ordinanze già pubblicate. Tuttavia, le regole di come rifare e dove rifare saranno precisate in una «super-ordinanza» che rimetterà ordine alle norme già note. Chiarimenti ulteriori riguarderanno le case A, B, C, E in zona rossa. Del resto, già le linee guida del 9 marzo indicano che «gli interventi sugli edifici singoli ricompresi nelle perimetrazioni e che non fanno parte funzionalmente, strutturalmente e tipologicamente di aggregati che nel loro complesso si presentino gravemente danneggiati possono essere attivati con le ordinanze 3778, 3779 e 3790». Chi ha una casa «isolata», insomma, può partire se non ci sono situazioni complicate, se la zona non è pericolosa ed è accessibile.
Tutti gli altri edifici, invece, seguono le regole derivanti dai piani di ricostruzione che li ricomprendono, e che dovranno essere approvati. Verranno ulteriormente definite le zone ed esplicitate le norme che si applicano agli aggregati, sui quali l’architetto Fontana precisa: «La loro utilità è riconosciuta da tutti. Si tratta, ora, di conoscerli e di misurarli correttamente. Nel merito si entrerà più avanti. Tuttavia, sono indicazioni utili per lavorare. Un’utile conoscenza della situazione di attori importanti sulla scena. Sarà necessario valutare la compatibilità e la coerenza tra i singoli consorzi rispetto agli spazi pubblici e alle previsioni pubbliche».
UFFICI E PROTESTE. Per la riorganizzazione in atto nell’ufficio Emergenza e ricostruzione del Comune, in via Rocco Carabba 6 (zona autoparco comunale) sono stati modificati gli orari di apertura del servizio. Oggi, informa il Comune, lo sportello resterà aperto dalle 16 alle 17,30 mentre domani dalle 11,30 alle 13,30. Il servizio riprenderà regolarmente le aperture al pubblico da venerdì 19 marzo, con orario 11-13. A Ofena alcuni residenti protestano in quanto l’ufficio che si occupa delle problematiche di Protezione civile «è aperto solo due ore in una settimana», come afferma l’ex consigliere comunale Dino Rossi.


L’EX PROFUMERIA. L’architetto Gaetano Fontana, a capo della struttura tecnica di missione che ha già prodotto il primo «Programma di intervento sperimentale con fattibilità a breve termine», conferma la situazione precaria dal punto di vista logistico ma si mostra sereno. «Faremo bene. la priorità assoluta è quella di pensare alla gente che deve rientrare il prima possibile nelle abitazioni, anche del centro storico, dove presto dovrà essere riattivata tutta la rete dei servizi». Attualmente la struttura tecnica di missione dispone di una stanza a Roma, messa a disposizione dalla Regione, e di una stanza nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito che si chiama hotel Olbia ma soltanto perché è un ex alloggio del G8. Otto persone in venti metri quadrati.
È qui che si stanno scrivendo, in queste ore, le regole d’oro per la ricostruzione del centro storico. Il Comune, intanto, saltata la possibilità di insediare la struttura a via Maiella (ex Scientifico) ha proposto la sede di un’ex profumeria di corso Vittorio Emanuele. In attesa di avere l’ok, un quarto della struttura continua a lavorare agli indirizzi per il centro storico, in cui andranno messi insieme i «pieni» e i «vuoti», gli aggregati e gli isolati, i beni culturali, i palazzi storici e le reti dei servizi, gli spazi privati e quelli pubblici. Per una ricostruzione il più possibile armonica.
I CONSORZI. Proprio ieri il Comune ha consegnato alla struttura di missione un primo elenco che contiene indicazioni di massima su una trentina di consorzi che sono stati formati finora da proprietari di immobili in centro storico desiderosi di attivare subito le procedure per la ricostruzione. Una buona notizia, per un elenco atteso da giorni. Ora i tecnici caleranno gli aggregati sulla mappa della città che comincerà, quindi, a prendere forma. Un passaggio fondamentale per stabilire le priorità d’intervento. Così com’è stato fatto per le prime sei aree (Porta Napoli Ovest, Porta Napoli Est, Santa Maria di Farfa, ex San Salvatore, Lauretana, Belvedere-Banca d’Italia) dalle quali si ripartirà per avviare la riedificazione del centro storico. «Lavoriamo a un cronoprogramma dei lavori con le modalità di realizzazione», spiega Fontana.
«I cantieri dovranno essere organizzati, visto che il rientro nelle abitazioni è legato prima di tutto alla disponibilità dei servizi. I gestori sono già tutti d’accordo a sottoscrivere un protocollo d’intesa. Va data priorità assoluta alla riapertura di queste prime sei aree». Parallelamente corrono i 5 interventi prioritari: Ponte Belvedere; frana di Belvedere; mura antiche (zona stazione); Ponte Sant’Apollonia; centrale Telecom. Per questi lavori si va a caccia di fondi disponibili. Ricerca non facile. E Fontana preme l’acceleratore. «La parola d’ordine per tutti è: fare presto. Bisogna occuparsi della gente».
COME RICOSTRUIRE. Se i Comuni decideranno di avvalersi della norma transitoria, che già individua la perimetrazione dei centri storici (per L’Aquila la parte dentro le mura; per gli altri centri le zone A degli strumenti urbanistici), si potrà passare, entro 30 giorni, a definire gli ambiti da assoggettare ai piani di ricostruzione. Gli ambiti urbanistici ed edilizi sono formati da uno o più aggregati da sottoporre a interventi integrati, che dovranno essere messi in relazione con le strade e gli altri spazi pubblici e che dovranno includere, oltre al patrimonio edilizio da recuperare, anche le opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Per il centro dell’Aquila, ogni ambito può (ma non è obbligatorio) includere uno o più edifici definiti «strategici o speciali» oppure vincolati. A breve verranno ulteriormente esplicitati tempi e modi della ricostruzione.
Non ci saranno sorprese. Tutto è contenuto nelle ordinanze già pubblicate. Tuttavia, le regole di come rifare e dove rifare saranno precisate in una «super-ordinanza» che rimetterà ordine alle norme già note. Chiarimenti ulteriori riguarderanno le case A, B, C, E in zona rossa. Del resto, già le linee guida del 9 marzo indicano che «gli interventi sugli edifici singoli ricompresi nelle perimetrazioni e che non fanno parte funzionalmente, strutturalmente e tipologicamente di aggregati che nel loro complesso si presentino gravemente danneggiati possono essere attivati con le ordinanze 3778, 3779 e 3790». Chi ha una casa «isolata», insomma, può partire se non ci sono situazioni complicate, se la zona non è pericolosa ed è accessibile.
Tutti gli altri edifici, invece, seguono le regole derivanti dai piani di ricostruzione che li ricomprendono, e che dovranno essere approvati. Verranno ulteriormente definite le zone ed esplicitate le norme che si applicano agli aggregati, sui quali l’architetto Fontana precisa: «La loro utilità è riconosciuta da tutti. Si tratta, ora, di conoscerli e di misurarli correttamente. Nel merito si entrerà più avanti. Tuttavia, sono indicazioni utili per lavorare. Un’utile conoscenza della situazione di attori importanti sulla scena. Sarà necessario valutare la compatibilità e la coerenza tra i singoli consorzi rispetto agli spazi pubblici e alle previsioni pubbliche».
UFFICI E PROTESTE. Per la riorganizzazione in atto nell’ufficio Emergenza e ricostruzione del Comune, in via Rocco Carabba 6 (zona autoparco comunale) sono stati modificati gli orari di apertura del servizio. Oggi, informa il Comune, lo sportello resterà aperto dalle 16 alle 17,30 mentre domani dalle 11,30 alle 13,30. Il servizio riprenderà regolarmente le aperture al pubblico da venerdì 19 marzo, con orario 11-13. A Ofena alcuni residenti protestano in quanto l’ufficio che si occupa delle problematiche di Protezione civile «è aperto solo due ore in una settimana», come afferma l’ex consigliere comunale Dino Rossi.
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