Ricostruzione, è scontro sulla scheda parametrica

L’assessore comunale Pietro Di Stefano è furioso con gli ordini professionali «L’iter così è accorciato di un anno, i tecnici sono stati sempre coinvolti»

L’AQUILA. «Ma quale mancanza di partecipazione: gli ordini professionali sono stati presenti se non a tutte, a moltissime delle riunioni organizzate dall’ingegnere Mancurti, sia all’Ance sia all’assessorato, per arrivare a elaborare l’attuale scheda parametrica».

L’assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano, respinge al mittente le accuse di «chiusura» lanciate dagli ingegneri e dagli architetti nei confronti del Comune e del ministero per la Coesione territoriale all’indomani della pubblicazione, sul sito dell’ente, del decreto numero 1. Documento che “Disciplina per la progettazione e la realizzazione degli interventi sugli edifici privati ubicati nei centri storici del’Aquila, danneggiati dal sisma 2009” ed emesso, come primo atto dopo il suo insediamento, dal coordinatore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, Paolo Aielli. Un decreto che il presidente dell’Ordine degli ingegneri, Paolo De Santis definisce «piovuto dal cielo» e nient’affatto condiviso con gli ordini professionali. «Ce lo siamo visto pubblicato sul sito del Comune», ha tuonato, «in barba alla promessa fatta dal ministro Fabrizio Barca di mettere in atto una maggiore partecipazione con i professionisti. Dal 4 dicembre non abbiamo avuto più alcuno contatto con Aielli, abbiamo visto soltanto il decreto pubblicato sul sito».

E proprio dalla «mancata condivisione e concertazione dei contenuti del decreto» nascono i problemi. Gli ingegneri, e con loro anche l’Ordine degli architetti, contestano il termine dei 45 giorni – stabilito all’articolo 7 – per la presentazione del “progetto parte prima”, che deve, appunto, « essere presentato entro 45 giorni dalla data di pubblicazione dell’atto». Il decreto aggiunge, poi, che «i progetti parte prima presentati dopo tale termine verranno esaminati solo in ordine cronologico senza tenere conto delle priorità fissate dal Comune». Infatti, chi supera la presentazione di 45 giorni, sarà inserito in una lista cronologica: anche questo viene contestato dagli ingegneri, per i quali il Comune dovrebbe, invece, indicare le priorità degli interventi. «Prima dicono di sì, poi dicono di no, io questi tecnici non li capisco più»: è vibrante e agitato il tono dell’assessore Di Stefano, che difende il modo in cui è nata la scheda parametrica. «Nel decreto sono incluse diverse richieste fatte proprio dagli tecnici», tuona Di Stefano, «tra le quali la richiesta di emettere a favore del beneficiario un’anticipazione sull’indennizzo concedibile per spese tecniche pari al 2% e il rimborso per eventuali sondaggi e prove sulle strutture. Solo per ricordarne una. Cos’altro vogliono?». Per Di Stefano, in sostanza, i tecnici stanno facendo tanto rumore per nulla. «La scheda parametrica serve soltanto per definire il contributo, che prima veniva stabilito dal progetto», aggiunge l’assessore. Insomma, «uno strumento che stabilisce quello che ti spetta per ricostruire. Poi si fa il progetto. I progettisti introduco dei dati dai quali esce fuori il contributo, in seguito gli uffici lo esaminano e il progetto va avanti». In questo modo, tuona Di Stefano, «abbiamo accorciato di un anno tutto l’iter, prima la trattativa avveniva sul progetto, lo ricordate?». Ora i tecnici «devono avere il coraggio di riconoscere che quel decreto e la modalità in cui la scheda parametrica è stata elaborata è frutto anche delle loro indicazioni».

Marianna Gianforte

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