Rifiuti, scatta l’emergenza

Chiusa la discarica di Poggio Picenze, caccia al nuovo sito.

L’AQUILA. Dopo le macerie, i rifiuti. Il primo gennaio 2010 ha portato all’Aquila e ad altri 21 Comuni la grana della chiusura della discarica di Poggio Picenze. E l’immondizia finisce nella Marsica.

CACCIA AL SITO. Già beneficiario di una deroga fino al 31 dicembre 2009, il sito non è stato adeguato alle normative che impediscono di conferire materiale indifferenziato. Quindi, la Regione l’ha chiuso. Ora, i rifiuti dell’Aquila finiscono per metà a Sulmona e per metà nella Marsica, dove vengono trasferiti anche quelli di 21 Comuni dell’Aquilano che però, entro il 15 febbraio, devono trovare un altro sito perché l’accordo scade. Al Comune dell’Aquila il conferimento dell’indifferenziato ad opera della marsicana Aciam costa 126 euro a tonnellata, mentre, per la parte che va a Sulmona, il prezzo è di 121 euro a tonnellata. Nel 2009 il prezzo era di 119 euro per entrambi i servizi. Un aggravio di costi che, secondo l’assessore all’Ambiente Alfredo Moroni, si deve soltanto a un adeguamento Istat. L’Aquila del post-terremoto non solo non ha un posto dove smaltire le macerie, visto che è stato attivato solo il sito dell’ex Teges.

Ma non ha neppure un impianto per il trattamento dei rifiuti secondo la legge. Cosa che, per la verità, non ha mai avuto. Ora però il Comune sembra aver preso a cuore il problema. «Ci siamo dati tre priorità», spiega ancora Moroni. «Primo rafforzare la raccolta differenziata, poi realizzare un impianto di trasferenza a Bazzano, per il primo trattamento, e poi ampliare questo sito con l’allestimento, ad esempio, di una stazione ecologica per la raccolta differenziata. Abbiamo, poi, lanciato una proposta ai Comuni che conferivano a Poggio Picenze e che sono rimasti senza discarica. Insieme all’Asm avevamo elaborato una strategia che mira alla creazione di una rete di servizi comprensoriale attraverso il coinvolgimento diretto dei Comuni. Secondo il piano, l’Asm avrebbe firmato con i singoli Comuni i contratti di servizio. Stavamo lì lì per firmare e poi è arrivato il terremoto. Il progetto esiste ancora.

Ora questi 21 Comuni devono portare i rifiuti a Pizzoli e da lì nella Marsica. Non vogliamo fare la fare guerra all’Aciam, che sta curando il servizio, ma il progetto comprensoriale è stato rilanciato». Si è formato un coordinamento che comprende alcuni dei Comuni interessati (tra i quali Pizzoli, Castel del Monte e Barisciano) che stanno definendo l’ipotesi di riattivare insieme i servizi per i rifiuti. La base di partenza è: stessi servizi per tutti a livello comprensoriale. «Dobbiamo definire i costi e studiare le norme. Bisogna ragionare con la prospettiva di creare una società di gestione provinciale alla quale dovremo arrivare entro un anno».

MANCA L’IMPIANTO. L’alleanza si potrà anche stringere, ma manca l’impianto dove trattare i rifiuti. «La Regione», dice Moroni, «sta lavorando per mappare tutti gli impianti». E i «piccoli» che ne pensano? Dieci Comuni della Valle Subequana (capofila Fagnano Alto), che già fanno parte del progetto speciale territoriale, si stanno muovendo in autonomia dopo che la comunità montana Sirentina ha interrotto il servizio della raccolta differenziata a causa del taglio dei trasferimenti. La raccolta, ora, avviene in autonomia. I rifiuti arrivano all’area di trasferenza di Pizzoli, da dove vengono trasferiti all’impianto di Aielli. Un servizio non gratuito. Ma l’accordo è in scadenza. Ora serve una gara d’appalto per affidare il servizio.