MARSICA

Rissa in un centro di accoglienza per richiedenti asilo, tre arresti

Tre persone arrestate per rissa aggravata. Si tratta di tre stranieri, di età compresa tra i 22 e 25anni, due del Bangladesh e l’altro di uno Stato dell’Africa occidentale.

MARSICA. Scoppia una rissa tra immigrati richiedenti asilo ospiti di un centro di accoglienza dove un ristretto gruppo di stranieri era venuto alle mani per futili motivi. È quanto accaduto la scorsa notte nella Marsica quando più pattuglie dell’Arma territoriale e forestale, coordinate nell’immediatezza dalla centrale operativa della compagnia di Tagliacozzo, sono intervenute all’interno di un centro straordinario che accoglie una cinquantina di stranieri in attesa dell’esito della richiesta di asilo internazionale.

L’azione delle pattuglie è stata tempestiva e proporzionata alla gravità dell’evento fronteggiato con non poche difficoltà da una decina di militari. L’intervento dei carabinieri ha evitato, così, ogni possibile degenerazione del fatto che, infine, ha portato all’arresto di tre persone per rissa aggravata. Si tratta di tre stranieri, di età compresa tra i 22 e 25anni, due del Bangladesh e l’altro di uno Stato dell’Africa occidentale, i quali, isolati e individuati tra la ressa, sono stati ritenuti responsabili dei reati loro contestati e per i quali è stato poi informato il pm di turno presso la procura della Repubblica di Avezzano.

Due degli arrestati si trovano ristretti presso il carcere di Avezzano, mentre il terzo, per via delle contusioni multiple riportate sul corpo, si trova in osservazione presso l’ospedale dello stesso centro dove è piantonato dagli stessi militari operanti.

Nelle prossime ore sarà fissata l’udienza di convalida degli arresti, che si terrà davanti al gip del competente tribunale.

Gli sviluppi dell’operazione, le cui fila sono state tenute dai carabinieri della stazione di Civitella Roveto, che hanno agito insieme ai colleghi dei nuclei radiomobile e quelli forestale di Balsorano e Canistro, sono stati riportati anche alla Prefettura dell’Aquila che, all’esito dei provvedimenti giudiziari, adotterà le proprie determinazioni ai fini della permanenza e redistribuzione degli indagati sul territorio nazionale.