la storia

“Ritrovato” dopo 70 anni l’alpino abruzzese morto in Russia

Consegna della piastrina identificativa ai familiari: sabato cerimonia in municipio Capoccetti, 22enne di San Pelino, fu un eroe di guerra decorato al valor militare

Aveva appena 22 anni . Francesco Capoccetti, caporale alpino, quando nel 1943 venne dichiarato disperso sul fronte Russo durante la Seconda guerra mondiale. Come lui, furono migliaia e migliaia i soldati italiani a subire la stessa tristissima sorte. Infatti, nel marzo 1943, in base ai dati pubblicati dall’Ufficio storico dello stato maggiore dell’Esercito mancavano all’appello 84.830 uomini su una forza complessiva di 220.000 soldati italiani, inviati a combattere nella Campagna di Russia. Le perdite durante la ritirata furono valutabili in 95.000 uomini, di cui 25.000 caduti combattendo o a causa di stenti e 70mila fatti prigionieri e destinati in vari campi di concentramento. Tra questi il caporale alpino Capoccetti, la cui piastrina è stata ritrovata il 16 gennaio 2014 a Miciurinsk dove esisteva il Campo 56.

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È in questo luogo di prigionia che Capoccetti ha trovato la morte assieme a 4.178 commilitoni. Una morte atroce per un giovane robusto e coraggioso, che si era distinto eroicamente nelle furiose battaglie di Iwanowka (21 dicembre 1942) e di Lessnitoiansk (21 gennaio 1943), meritando due distinte medaglie al valor militare, una d’argento e una di bronzo. La piastrina di riconoscimento di Capoccetti è stata ritrovata dopo 70 anni e sabato sarà consegnata ai familiari, nel corso di una solenne cerimonia che si terrà nella sala consiliare del Comune di Avezzano (alle 11), alla presenza del sindaco Gianni Di Pangrazio, di altre autorità civili e militari, dei rappresentanti dell’Ana, del Gruppo alpini di San Pelino, che ha collaborato all’organizzazione dell’evento, dai cittadini di San Pelino e di quelli di Avezzano.

Un eroe marsicano che torna a casa “idealmente” e che merita tutti gli onori che gli sono dovuti. Uno dei tanti militari che hanno sacrificato la vita per difendere la Patria in terra straniera, in una guerra grave e dolorosa, che ha spazzato via in breve tempo migliaia e migliaia di giovani innocenti e inconsapevoli del loro triste destino. Dei familiari di Capoccetti è vivente soltanto la sorella Luisa, di 86 anni, che vive a Ostia (Roma) e ha assicurato la sua presenza alla cerimonia.

«I ricordi, purtroppo, sono scarsi» dichiarano le nipoti dell’eroe sampelinese «era buono e generoso, nella sua breve esistenza ha fatto il contadino e a vent’anni è partito militare. Nelle rare lettere inviate dal fronte del Don raccontava ai genitori del freddo e del gelo, delle marce estenuanti, dei piedi congelati. Ma scriveva che bisognava andare avanti e combattere, combattere per sopravvivere».

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