Rocca di Mezzo, confische ai Casalesi

Nel mirino 2 abitazioni di una zona periferica del paese intestate al figlio di un affiliato ai clan camorristici campani

ROCCA DI MEZZO. Prima sequestrati, poi dissequestrati e ora oggetto di confisca. Cioè acquisiti in maniera coattiva dallo Stato perché provento di attività illecite. Tocca anche Rocca di Mezzo l’operazione della Direzione investigativa antimafia di Napoli che, concludendo l’operazione «Verde bottiglia», ha confiscato, su disposizione del tribunale di Frosinone, beni per oltre 90 milioni a tre persone ritenute vicine al clan dei Casalesi: 20 società, beni strumentali, immobili, mobili registrati, 2 ditte individuali, 26 fabbricati, 28 terreni, 19 veicoli tra cui tre Ferrari, 114 conti correnti, depositi e rapporti finanziari. Beni già sequestrati nel marzo 2011 tra Basso Lazio, L’Aquila e Roma, riconducibili a Gennaro De Angelis, 69 anni, di Casal di Principe (Caserta), vicino al boss Francesco Schiavone detto Sandokan, con cui è imparentato, ad Aladino Saidi, di 35 anni, di Sora (Frosinone) e ad Antonio Di Gabriele di 69 anni, di Crispano (Napoli). Il nome dell’operazione ricorda l’episodio durante il quale De Angelis, secondo gli investigatori, sancì l’alleanza con Schiavone regalandogli una Jaguar di colore verde bottiglia. De Angelis, ritenuto «fine imprenditore», avrebbe investito i capitali del clan nell’Aquilano.

Infatti a Rocca di Mezzo, in via Cucchiarelle, area periferica dove ci sono diversi insediamenti, sono stati individuati due appartamenti (che fanno parte di un unico fabbricato) il cui 50% è riconducibile a personaggi finiti sotto inchiesta. A pagina 33 del provvedimento del tribunale si legge che «uno dei figli di De Angelis, Michele, risulta aver dichiarato redditi irrisori. Assolutamente non motivabile, perciò, se non con il sistema dell’interposizione fittizia a vantaggio del proposto Gennaro, è l’intestazione in capo al figlio di un appartamento riportato nel catasto urbano di Rocca di Mezzo. L’immobile è stato acquistato insieme all’ex moglie il 5 novembre 1997, in epoca in cui gli stessi avevano circa 29 anni, con una loro presumibile e documentata impossidenza economica autonoma. Per tale acquisto hanno corrisposto in contanti quasi 70 milioni di lire. Oltre al suddetto immobile (limitatamente alla quota di sua proprietà, il 50%) anche le disponibilità bancarie del Michele vengono attinte dalla misura della confisca di prevenzione...in relazione al quadro di un’organizzazione stabile e consolidata nel tempo di persone, evidente in base soprattutto alle operazioni di intercettazione in cui è apparso manifesto il potere organizzativo e decisorio appartenente al De Angelis Gennaro e in via immediatamente gradata al figlio».

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