«Rovinare il G8 sarebbe un errore»

Il prefetto: legittimo rivendicare diritti, ma gli aquilani non accetterebbero i No global.

L’AQUILA. «Infiltrazioni? Mi fanno pensare all’umidità». Il prefetto Franco Gabrielli, che è stato capo del Sisde, il servizio segreto civile italiano, liquida con una battuta l’allarme No global per il vertice del G8 all’Aquila. I comitati, intanto, esprimono «indignazione». I COMITATI. Enza Blundo, a nome dei manifestanti di Roma, risponde alle accuse del premier Berlusconi che ha parlato di «speculazione sui morti» e «manifestazione organizzata sul nulla. «Il corteo di Roma ha visto la partecipazione di 2mila sfollati non strumentalizzati, anziani e bambini e, per scelta, senza bandiere e questo perché il presidente Berlusconi ha promesso ai cittadini qualcosa che nel decreto, ora, non appare.

E dal momento che ci dicono pure che lo farà oltre il decreto, poi lo deve mantenere ancor di più. Siamo consapevoli che il dramma c’è stato e il danno notevole pure, però noi dei comitati, se abbiamo manifestato, è perché ci battiamo per il nostro territorio e perché quello che il governo dice non può prometterlo solo come vuote parole. Inoltre, accanto alle persone che prendono le case e che sono contente per questo, ci sono anche quelli scontenti per gli espropri e poi, per ultimo, c’era una seria proposta da parte della popolazione per la ristrutturazione da far partire subito che non è stata ascoltata. Pensiamo che questa scelta delle tendopoli a oltranza sia, in qualche modo, originata da motivi di altro tipo e chi ci manda fuori non sta pensando al futuro della città».

IL PREFETTO. Franco Gabrielli, nominato il 6 aprile, dopo il terremoto, prefetto dell’Aquila, non teme affatto la sfida del G8. È stato direttore del Sisde, il servizio segreto civile italiano, dal 16 dicembre 2006 all’agosto 2007, quando l’agenzia è stata sostituita dall’Aisi, che ha guidato fino al 15 giugno 2008. Prima ancora ha lavorato alla Digos, al servizio centrale di protezione della direzione centrale polizia criminale ed è stato direttore del servizio centrale antiterrorismo della direzione centrale polizia di prevenzione. Sembra la persona giusta nel posto giusto per gestire l’attività di intelligence già in atto da tempo per scongiurare qualsiasi rischio di incidenti «nella città ferita», come ha sottolineato il presidente della Regione Gianni Chiodi. «La previsione della partecipazione di No global e gruppi di violenti al G8 mi sembra per un verso realistica ma per l’altro sovradimensionata», sostiene Gabrielli.

«Io sono un inguaribile ottimista e soprattutto sono un inguaribile ottimista nell’intelligenza degli aquilani. La manifestazione di Roma? Non si può parlare di un’anteprima. Che la gente rivendichi dei diritti e delle posizioni credo che sia estremamente legittimo. Credo pure che sia un grande errore confondere la rivendicazione di questi diritti con il rovinare una manifestazione come il G8 che, non ci dimentichiamo, è stata fatta qua all’Aquila proprio perché i potenti della terra possano guardare con i loro occhi quello che il terremoto ha provocato e, quindi, portare una solidarietà che non sia soltanto morale ma anche materiale. Se queste condizioni non ci saranno, è ovvio che noi il G8 lo faremo. Ma lo faremo con le persone che staranno chiuse in una caserma.

Credo che, in senso assoluto, a perdere non siano i potenti della terra ma gli aquilani che da questo G8 avevano e, credo, debbano avere la speranza di un ulteriore aiuto e di un’ulteriore visibilità». Esiste il rischio concreto di infiltrazioni di gruppi di guastatori in mezzo agli sfollati? «Le infiltrazioni a me evocano sempre le cose dell’umidità e non altre cose. Credo che sarebbe l’ora di cominciare a utilizzare verbi, aggettivi e sostantivi per il valore che hanno e soprattutto a ragion veduta e a conoscenza delle cose e non solo perché ognuno debba dire la propria».