San Bernardino dopo 4 anni le spoglie tornano all’Aquila

Tantissimi fedeli ad accogliere i resti mortali del santo custoditi dopo il sisma in un convento di Tagliacozzo

L’AQUILA. Il soffitto di legno e metallo, nella nuovissima struttura provvisoria, non ricorda neanche lontanamente quello a cassettoni dorati della basilica di San Bernardino in centro storico. Nessuna maestosa scalinata da salire, né trifore, né organi monumentali.

Quando il corpo del santo di Siena viene portato in processione davanti alla chiesa di piazza d’Armi a lui intitolata, sembra che non sia tornato nella sua vera casa. In una teca di vetro, appannata sotto il sole, è applaudito da moltissimi fedeli che riempiono la struttura provvisoria. Per la prima volta possono guardare quel che resta del suo corpo senza sbirciare da dietro la grata che lo proteggeva, nel mausoleo di pietra bianca della storica basilica. Per quattro anni, dopo quel terribile 6 aprile 2009, è stato custodito in un convento di frati a Tagliacozzo.

«Oggi siamo felici. Ma questo è un rientro a metà», esordisce subito padre Quirino Salomone, rettore della basilica, appena la teca è appoggiata dai vigili del fuoco sull’altare della chiesa inaugurata nel 2010. «San Bernardino per il momento si è solo avvicinato alle mura di cinta della città. Adesso resterà qui, a piazza d’Armi, in attesa di tornare a casa, come molti aquilani». Perché le spoglie del santo possano effettivamente rientrare in centro, tuttavia, ci vorranno probabilmente diversi anni.

La basilica di San Bernardino, gravemente danneggiata dal sisma, per essere restaurata avrebbe bisogno di circa 40 milioni e 10 anni di lavori. Così, anche il santo dovrà per il momento accontentarsi di una sistemazione provvisoria, in un complesso costato 3 milioni. La cerimonia per il ritorno dell’urna è presieduta dall’arcivescovo metropolita Giuseppe Molinari e concelebrata dall’ausiliare Giovanni D’Ercole, con l’animazione musicale dell’Ensemble vocale e strumentale dell’associazione «Movimus».

«Questo di oggi è un avvenimento importante», dice Molinari, affiancato da padre Carlo Serri ministro provinciale dei frati minori d’Abruzzo. «Per noi aquilani è una grande gioia, ma dobbiamo capirne il significato vero. I resti mortali di San Bernardino devono rappresentare un ricordo costante ed eloquente della vita e delle opere di questo grande uomo. È un messaggio di pace e riconciliazione. Un messaggio di umiltà, povertà e speranza».

Speranza che, in questa struttura provvisoria, sembra essere per tutti soprattutto una: poter un giorno applaudire il ritorno di San Bernardino nella sua vera «casa».

Michela Corridore

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