Santa Maria di Farfa, i progetti possono partire

Aree a ridosso della zona rossa, il Comune ammette interventi singoli in attesa dei piani

 L'AQUILA. Novanta giorni per le case B e C e 160 per le E. Questi termini valgono anche per chi ha una casa (non da demolire) a Santa Maria di Farfa, dove un provvedimento del sindaco dà il via agli interventi singoli svincolati dal piano di ricostruzione, che richiede tempi più lunghi.  «Chi è pronto può partire», spiega l'assessore comunale Pietro Di Stefano. La prima delle aree a breve a ridosso del centro storico, insomma, muove i primi passi venti mesi dopo il terremoto. Entro i primi giorni del 2011 un analogo provvedimento riguarderà anche le zone di Porta Napoli Est e Ovest. A seguire arriveranno tutte le altre. A inizio anno potrebbero partire i primi lavori. «In quest'area», sostiene Di Stefano, «sono stati individuati quattro sub-ambiti: Santa Maria di Farfa, Porta Leone, via Veneto-via Castello ed un quarto che fa riferimento a edifici e spazi pubblici sottoposti al piano di ricostruzione. Per il primo e il terzo sub-ambito si possono già presentare i progetti in base alle norme che già ci sono perché si tratta di interventi conformi al Piano regolatore». Nella zona di Porta Leone esiste un protocollo d'intesa con l'Università di Firenze, dipartimento di Architettura, per arrivare alla realizzazione di una sorta di piccolo master-plan dell'area.  Tra San Bernardino e Santa Maria di Farfa sono molti gli edifici pubblici da riqualificare, come l'ex Scientifico di via Maiella che diventerà un urban center dove il Comune incontrerà i cittadini attraverso l'esposizione dei progetti. Previsti, ma dovranno passare al vaglio del consiglio comunale insieme al piano di ricostruzione, anche due interventi per parcheggi interrati, uno a piazza Matteotti (Santa Maria di Farfa) e l'altro accanto a piazza Bariscianello. (e.n.)

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