Sciopero ricercatori Intecs: serve un piano credibile

La protesta dei 130 dipendenti che hanno manifestato preoccupazioni sul futuro I rappresentanti sindacali contestano il trasferimento del personale in altri locali

L’AQUILA. Manca un piano industriale. E l’azienda continua a far ricorso agli ammortizzatori sociali, spostando il personale dallo stabilimento di proprietà in un immobile in affitto. In vista del tavolo istituzionale convocato per il 20 aprile, i 130 dipendenti dell’Intecs, ex Technolabs, hanno proclamato uno sciopero spontaneo, manifestando in assemblea tutte le loro preoccupazioni sul centro di ricerca aquilano, rimasto al palo dopo l’acquisizione da parte del gruppo.

«I lavoratori», dicono le Rsu, «hanno protestato per evidenziare l’assenza di un piano industriale credibile e per contrastare il trasferimento del personale in altri locali. Troviamo assurdo che in una città bisognosa di attrarre attività imprenditoriali al fine di sviluppare occupazione, un’azienda proprietaria di uno stabile all’interno del comprensorio dell’ex Italtel trovi più conveniente trasferire il personale in una sede adiacente, pur dovendo pagare l’affitto». Da settimane è iniziato lo spostamento di macchinari e dipendenti dalla sede storica del laboratorio di ricerca nei locali un tempo occupati dalla Lares Tecno, all’interno del polo elettronico. Ma si rischia anche la delocalizzazione fuori regione. «L’assenza di un piano industriale credibile e il trasferimento del personale», sottolineano le Rsu, «espone i lavoratori anche ad azioni che in futuro potrebbero minare la professionalità costruita in anni di sacrifici. Infatti, alcuni dispositivi tecnologici sono stati trasferiti in altre sedi, aprendo le porte a un possibile spostamento di attività lavorative in altri siti, fuori dal territorio. Il nuovo sito, allo stato attuale, non contiene l’intero organico aquilano e il completo patrimonio tecnologico. Una volta concluso il trasferimento, chi potrà controllare lo spostamento di ulteriori strumentazioni in altre sedi?». L’attività va avanti a singhiozzo. «L’acquisizione di Technolabs», aggiungono le Rsu, «aveva l’obiettivo di potenziare Intecs, con la realizzazione di nuovi prodotti. A oggi tale strategia non ha prodotto risultati concreti, con la conseguenza di un forte scarico dei costi del personale attraverso un uso massiccio dei contratti di solidarietà. La sede aquilana, in controtendenza rispetto alle altre, sta subendo un uso esagerato dell’ammortizzatore sociale. Per contrastare tale atteggiamento, i lavoratori hanno manifestato il loro disappunto con uno sciopero spontaneo. L’azione si è resa necessaria anche per rafforzare il tavolo di crisi regionale del 20 aprile: ci si aspetta che l’azienda sia in grado di presentare un piano credibile e che attraverso il supporto delle istituzioni si possano individuare percorsi volti alla piena occupazione del personale».

Romana Scopano

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