Scoppito, la Coop non può aprire

Il Comune nega il permesso per il supermercato La denuncia del presidente Raggi, scattano i ricorsi

L’AQUILA. Esattamente un anno fa nasceva il Centro polivalente Coop, nella frazione di Civitatomassa, a Scoppito.

Un segno tangibile della solidarietà dei soci delle cooperative di consumo che operano in Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo. Oggi è quello stesso Comune, che ha ricevuto in dono la struttura polifunzionale, a negare alla Coop il permesso per l’apertura, a Scoppito, di un nuovo supermercato.

Il diniego, espresso ufficialmente la scorsa settimana, va in controtendenza con il nulla osta rilasciato dalla Conferenza dei servizi, che aveva dato parere favorevole. Una decisione contestata dai dirigenti della Coop-Centro Italia e dal proprietario dell’area interessata dall’insediamento, che ha annunciato ricorso al Tribunale amministrativo regionale.

«Ciò che lascia perplessi», afferma Giorgio Raggi, presidente della Coop-Centro Italia, «è che, a fronte del parere positivo rilasciato dalla Conferenza dei servizi, sia arrivato uno stop proprio dal comune di Scoppito. Siamo rammaricati pensando allo sforzo compiuto dai nostri soci che, dopo il terremoto, hanno partecipato a una raccolta fondi per realizzare nella frazione di Civitatomassa un centro polivalente, inaugurato a giugno dello scorso anno. Un gesto ripagato decisamente male dall’amministrazione comunale».

L’ipermercato, 900 metri quadrati di superficie coperta, sarebbe dovuto sorgere su un’area di circa 1800 metri, con parcheggi e servizi.

Per la Coop, intenzionata a restare sul territorio e ad ampliare il suo raggio d’azione, si tratta di una seconda grana, dopo la battaglia legale avviata con la proprietà dello stabile del Torrione, che aveva chiesto lo sfratto esecutivo.

«Il tribunale dell’Aquila», ricorda Raggi, «ha concesso una proroga fino a dicembre di quest’anno. Contiamo di poter restare ancora un po’ in quei locali, ma la proprietà continua a chiudersi a riccio: non vuole neppure sedersi al tavolo della trattativa».

In ballo ci sono 130 posti di lavoro. Tanti sono, infatti, i dipendenti dei due punti vendita Coop: quello del Torrione, che rischia la chiusura, e quello di Bazzano, inaugurato due anni dopo il terremoto. La Coop ha giocato anche al rialzo, garantendo al proprietario dello stabile del Torrione il 30 per cento in più rispetto alla somma di affitto pattuita. Offerta rigettata.

«Stiamo cercando una soluzione alternativa», dichiara Raggi, «mantenere in città un solo supermercato non è conveniente sotto il profilo economico: dobbiamo trovare un locale adatto dove poter spostare il supermercato del Torrione».

Dopo il terremoto la Coop, stando a quanto affermano i suoi stessi vertici, sembra aver trovato molte resistenze in città. «Siamo intenzionati a restare», conclude Raggi, «ma per farlo devono esserci le condizioni adatte».

Monica Pelliccione

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