Scrutatori, valide le nomine fatte dagli ex consiglieri?

Una pronuncia del Consiglio di Stato rischia di annullarle ma per il governo la commissione resta in carica

SULMONA. Rischia di ingarbugliarsi ancora di più la questione degli scrutatori selezionati dalla commissione elettorale per le prossime amministrative. C’è una pronuncia del Consiglio di Stato che sostiene che con la decadenza da consigliere comunale si perde anche la qualifica di componente della commissione elettorale. Un fatto che se venisse confermato potrebbe rimettere in discussione la nomina di tutti gli scrutatori fatta da una commissione di cui facevano parte due consiglieri dimissionari su tre. Non tutti però sono convinti che la pronuncia del Consiglio di Stato possa arrivare a queste conseguenze. A bilanciare il dispositivo dei giudici amministrativi, che non dipanerebbe la matassa in tutti gli aspetti del caso, esistono pareri del ministero dell’Interno che confermerebbero, invece, la correttezza della procedura seguita a Sulmona. Infatti, il Ministero stabilisce che nei Comuni retti da commissario, i componenti della commissione elettorale restano in carica sotto la presidenza del commissario stesso, che prevede il principio di portata generale della cosidetta prorogatio degli incarichi, stabilendo testualmente che «la commissione (elettorale comunale) resta in carica fino all’insediamento di quella eletta dal nuovo consiglio».

Pertanto, la cessazione anticipata dal consiglio comunale, a seguito di scioglimento dello stesso, non priva i consiglieri (inclusi quelli dimissionari dalla carica di consigliere e le cui dimissioni abbiano provocato lo scioglimento del consiglio) della qualità di componenti della commissione elettorale comunale, ancorché sia venuta meno la qualità di consiglieri comunali. Una vicenda intricata che ha spinto gli esponenti del raggruppamento del candidato sindaco Bruno Di Masci a lasciar cadere la possibilità di fare un ricorso che acuirebbe all’eccesso le tensioni già molto alte intorno a questa vicenda.

«Anche se sarebbe stato più opportuno che i tre ex consiglieri comunali, tutti candidati nelle liste di Annamaria Casini, avessero l’esempio del commissario prefettizio, il quale scegliendo il sorteggio ha dimostrato che era possibile procedere in modo diverso dalla scelta nominativa degli scrutatori», ha sottolineato l’ex consigliere comunale ed ex segretario del circolo cittadino Pd, Fabio Ranalli, «un gesto del genere, da parte anche degli ex consiglieri, avrebbe evitato tutte le polemiche sorte in questi giorni».

Finita una polemica se ne è aperta subito un’altra. La lista Sulmona al Centro, che comprende due dei tre ex consiglieri comunali componenti della commissione elettorale, ieri pomeriggio ha espresso tutto «il proprio disappunto per le modalità di arruolamento dei candidati tra le fila della coalizione dell’ex sindaco Di Masci. Per giorni, infatti, noti esponenti politici aquilani e marsicani sono venuti a “pascolare” nella nostra città cercando, disperatamente, di reclutare candidati al consiglio comunale a favore della coalizione dal nome La città che vogliamo», affermano, «questi personaggi dimenticheranno Sulmona il giorno dopo le elezioni. Tra l’altro, riteniamo patetica la massiccia presenza di candidati provenienti dai paesi limitrofi (alcuni addirittura capoliista). Sulmona non sarà mai più colonia di Pezzopane e dei Di Pangrazio».

Claudio Lattanzio

©RIPRODUZIONE RISERVATA