Sfilata tra due ali di toghe per l’addio

Tagliacozzo, il cordoglio dei colleghi e una chiesa gremita per l’avvocato Giovagnorio

TAGLIACOZZO. Il feretro ha sfilato tra due ali di toghe per l’ultimo commosso saluto all’avvocato Silvio Giovagnorio. È stato questo, insieme ai tanti ricordi di vita vissuta, il tributo dovuto a un uomo d’altri tempi, «un esempio di professionalità e di dignità», come lo ha ricordato il presidente dell’Ordine, Franco Colucci.

Parenti e amici, uniti dal dolore, hanno partecipato alle esequie nella gremita chiesa di San Francesco, a lui molto cara. I colleghi non hanno mancato questo ultimo appuntamento con l’amico di tante battaglie, in tribunale e anche nella vita. «Uomo mite ma forte nel linguaggio, sempre alla ricerca di risposte alle infinite domande sulla giustizia». Con queste parole Padre Attilio Terenzio, nella sua omelia, ha ricordato quanta saggezza e quanta tenacia abbiano caratterizzato l’esperienza terrena di Silvio Giovagnorio.

«Sono cresciuto nello studio suo e di mio fratello», ha ricordato nel sul intervento l’avvocato Colucci, «e mai avrei pensato di dovergli usurpare questo ruolo di oratore. Di fronte a lui, alla sua eloquenza e alla sua professionalità credo sia doveroso rendergli omaggio con il mio silenzio. Voglio dire però che a quello studio mi legano tantissimi ricordi e tantissime battaglie. Io, e sono convinto che ciò sarebbe stato anche per mio fratello (ex presidente dell’Odine), in questa occasione ho perso un fratello, stessi sentimenti che provano gli avvocati Giovanni Marcangeli e Giampiero Nicoli».

«Sotto la sua toga», ha aggiunto, «rivestiva un abito di persona perbene, onesta disponibile, capace, che era piacevole incontrare. La sua disponibilità non era ipocrita, si sbracciava per fare ricerche e fornire documenti a chi gli chiedesse aiuto. È stato un esempio di dignità, un tratto distintivo che aveva anche nella vita politica e proprio per quella dignità ha tratto meno di quello che avrebbe potuto. Con lui se ne va un pezzo di storia del tribunale di Avezzano».

Prima del termine della funzione c’è stato il commosso saluto del figlio Vincenzo, consigliere comunale, per un ultimo caloroso abbraccio che vale il grazie della moglie Giuliana, della figlia Zelinda, dei fratelli Reno e Carla e di tutta la città.

Pietro Guida

©RIPRODUZIONE RISERVATA