Sfruttamento e voto di scambio: quindici indagati a Pratola Peligna

Inchiesta della polstrada: sotto accusa titolari e alcuni dipendenti di una ditta di autotrasporti. Avrebbero taroccato i sistemi di controllo dei mezzi, che risultavano fermi anche quando erano in movimento

PRATOLA PELIGNA. Turni di lavoro massacranti e cronotachigrafi taroccati in almeno 20 tir. Ma non solo: avrebbero indotto alcuni dipendenti e i loro familiari a votare secondo il proprio volere, in occasione delle elezioni provinciali del 28 Marzo 2010 per la provincia dell’Aquila. Sono alcune delle accuse mosse dalla squadra di polizia giudiziaria dell'Abruzzo, insieme ai colleghi del distaccamento della polstrada di Sulmona e della sottosezione di Pratola Peligna, nei confronti di 15 persone titolari e dipendenti di una società di Pratola che opera nel settore dell'autotrasporto di merci.

Le denunce arrivano al termine di due anni di indagine. Gli inquirenti avanzano numerose contestazioni. Per i due titolari e tre dei dipendenti, l’accusa è di estorsione per avere costretto gli autisti a turni di lavoro massacranti, obbligandoli ad utilizzare cronotachigrafi manipolati per aggirare le normative in materia di trasporto, con potenziali gravi ripercussioni sulla sicurezza stradale e sulla salute dei lavoratori. Sempre i titolari, in concorso con altri quattro autisti dei mezzi pesanti, sono accusati di aver alterato il funzionamento dei cronotachigrafi utilizzando dei magneti e manomettendo la registrazione dei tempi di guida e di riposo. I titolari della società sono accusati anche del reato di falso e truffa ai danni dello Stato, per avere indotto in errore organi della polizia stradale con l’obiettivo di non pagare le sanzioni amministrative prescritte dal Codice della Strada. Sei autisti devono rispondere anche del reato di favoreggiamento personale. Un’ulteriore accusa, cui deve rispondere uno dei titolari,è di aver indotto alcuni dipendenti e i loro familiari, a esercitare il loro diritto politico in senso difforme dalla loro volontà.

L'attività investigativa ha preso il via da una serie di controlli che hanno identificato alcuni veicoli sospetti. Sono quindi scattati gli appostamenti e i pedinamenti attraverso i quali è stato accertato che i cronotachigrafi digitali di alcuni degli automezzi presentavano registrazioni difformi dai tempi di effettivo utilizzo dei veicoli stessi. Dall’analisi dei files provenienti dagli strumenti dei veicoli controllati è emersa l'esistenza di sistemi che hanno la funzione di far risultare fermo un veicolo in realtà in movimento. L’apparecchiattura, costituita da un magnete che avvicinato al sensore di movimento gli impediva di funzionare, è stata ritrovata dagli investigatori.

I veicoli per i quali è stata accertata l'alterazione degli strumenti, ammontano a 20, tutti appartenenti alle aziende di autotrasporto facenti capo agli indagati: D.N.P. 61 anni di Pratola Peligna, D.N.S. 64 anni di Pratola Peligna, C.M. 31 anni di Pratola Peligna, D.A.A. 43 anni di Pratola Peligna, L.N. 35 anni di Pratola Peligna, P.M. 58 anni di Trasacco, P.O.F. 32 anni di Scurcola Marsicana (AQ), A.M. 50 anni di Cerchio (AQ), S.A. 52 anni di Tocco da Casauria (PE), S.V.G. 64 anni di Sulmona (AQ), C.A.M. 41 anni di Tocco da Casauria (PE), T.C. 62 anni di Pratola Peligna, M.V. 53 anni di Tocco da Casauria (PE), C.A. 51 anni di Sulmona, L.A. 56 anni di Pratola Peligna.

L’attività di indagine, svolta sotto la direzione del sostituto procuratore Aura Scarsella, viene inserita nell’ambito di una più ampia attività preventiva e investigativa fortemente voluta dal servizio polizia stradale con lo scopo di contrastare il diffuso fenomeno dell'alterazione del cronotachigrafo, con la conseguente falsa registrazione della velocità del veicolo e dei periodi di riposo-guida dei conducenti, fornendo alle imprese un importante vantaggio competitivo costituito dalla riduzione dei costi fissi del trasporto. Ciò, se da un lato si traduce in un indebito beneficio economico nei confronti della concorrenza, dall’altro comporta la mancata tutela dei conducenti, che vedono prolungarsi oltre il consentito i propri tempi di guida. Senza trascurare inoltre il fatto che il mancato rispetto dei limiti di velocità per i mezzi destinati all’autotrasporto di merci, aggravato dall’alterazione degli strumenti che ne consentono la registrazione, aumenta notevolmente il rischio di incidenti stradali con gravi danni per la collettività.

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