Sigarette illegali, 4 denunce

Sequestrate 6 tonnellate di tabacco, caccia a clienti e contrabbandieri nella Marsica

AVEZZANO. La “soffiata” era giusta: così dopo quasi cinque mesi di indagini i finanzieri sono riusciti a mettere le mani su un carico da 6 tonnellate di tabacco e a smantellare una presunta organizzazione che produceva migliaia di sigarette di contrabbando. Un’autentica fabbrica che alimentava il vizio del fumo in città e nella Marsica, con ramificazioni fino nella provincia di Frosinone.

Quattro i denunciati, tutti avezzanesi, tre dei quali di uno stesso nucleo familiare: A.C., M.C., A.C. e M.G.I..

Le richieste dell’esercito dei fumatori erano cresciute in modo esponenziale, visti i prezzi a buon mercato, tanto da costringere i quattro ad allargare il giro d’affari a tutta la Marsica e a parte della Ciociaria e ad acquistare macchinari per la lavorazione sempre più moderni. Nelle campagne in prossimità dell’ospedale è stato scoperto il deposito del tabacco. La produzione, invece, avveniva nell’abitazione della famiglia a Caruscino. Un paio di stanze attrezzate con macchinari di altissima qualità utilizzati per la trinciatura del tabacco e il confezionamento di centinaia di sigarette ogni ora. Le indagini sono iniziate a giugno, ma il sospetto degli investigatori del nucleo mobile della Guardia di finanza della Compagnia di Avezzano è che l’attività illegale andava avanti da parecchio tempo prima. L’arrivo del nuovo carico di tabacco ha impresso un’accelerata agli eventi. Il pm Maurizio Maria Cerrato, titolare dell’inchiesta, ha disposto le perquisizioni nel magazzino e nell’abitazione.

Blitz che ha portato agli esiti sperati. Nel magazzino, in bustoni neri per rifiuti, erano stipate sei tonnellate di tabacco. Nella casa di Caruscino, invece, c’erano migliaia di sigarette pronte alla vendita e 19 macchinari impiegati per le diverse fasi della trinciatura, della produzione e del confezionamento delle sigarette. Le sigarette potevano essere vendute in pacchetti da 20 o sfuse, a prezzi quasi dimezzati rispetto al mercato reale.

I quattro indagati sono accusati di associazione a delinquere e devono rispondere delle accuse di produzione, preparazione e vendita di tabacchi in violazione delle norme sul monopolio dei tabacchi nazionali ed esteri. Per poter eseguire fabbricazione, lavorazione e vendita di tabacchi, infatti, occorre una licenza dei Monopoli di Stato, in mancanza della quale la legge punisce il trasgressore con una multa commisurata alla quantità di tabacco e, nell’ipotesi aggravata come in questo caso, con la reclusione da tre mesi a quattro anni. Oltre al danno all’erario per l’elusione delle imposte gravanti sulle vendite del prodotto, si era determinata nel mercato una concorrenza sleale nei confronti degli operatori di settore, soprattutto ad Avezzano.

Le indagini delle Fiamme gialle non sono finite. Puntano a risalire alla fonte di approvvigionamento del tabacco e all’individuazione delle persone che hanno contrabbandato le sigarette. Rischiano grosso anche i clienti che hanno acquistato il prodotto. Centinaia di persone che potrebbero finire nella lista degli indagati (molti nomi già sono in possesso dei finanzieri). Gli inquirenti sono al lavoro anche per quantificare e recuperare i tributi evasi in materia di accise. «La lotta alle frodi fiscali», spiega il capitano Giovanni Antonio Marra, comandante della Compagnia della Finanza di Avezzano, «costituisce l’ambito di intervento dove si esprime massimamente la valenza dell’azione della Guardia di finanza, che mira a stroncare vere e proprie associazioni a delinquere che non solo evadono il Fisco per importi elevatissimi, ma inquinano il mercato vendendo beni a prezzi inferiori a quelli normativamente previsti, con ampi danni per il sistema produttivo nel suo complesso».

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