Sisma, contributi non dovuti Sequestrati 420mila euro

Il pm: «False attestazioni per ottenere illecitamente soldi con cui riparare le abitazioni danneggiate» In cinque coinvolti nell’inchiesta della Finanza per indebita percezione di erogazioni statali

L’AQUILA. Ancora un’indagine della Guardia di Finanza su un presunto imbroglio per lucrare sui fondi erogati per la ricostruzione posto sisma.

Questa indagine, come tutte le altre dello stesso tenore, è coordinata dai sostituti procuratori Simonetta Ciccarelli e Fabio Picuti.

In questi giorni, infatti i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria dell’Aquila hanno eseguito una serie di sequestri di disponibilità finanziarie e di beni immobili per un valore di circa 420mila euro emessi dalla magistratura nei confronti di 5 persone sospettate di aver indebitamente conseguito contributi per la ristrutturazione e riparazione di case danneggiate dal sisma del 2009.

Si tratta di P.S., residente a Roma, di 36 anni, e C.E. (63), P.B. (54), M.V. (33), C.P. (44), tutti residenti all’Aquila.

Le misure cautelari giungono al termine di complesse indagini di polizia giudiziaria eseguite nell’ambito di una più vasta attività investigativa avviata su scala provinciale e finalizzata al contrasto del fenomeno dell’indebita percezione delle provvidenze pubbliche destinate alla ricostruzione degli immobili che sono stati lesionati dal terremoto del 2009.

Più in particolare, le indagini avrebbero consentito di individuare cinque persone che, attraverso false autocertificazioni, avrebbero percepito contributi per un importo sostanzioso e non dovuto, in quanto utilizzato per la riparazione/ricostruzione di immobili destinati a usi diversi dall’abitazione principale.

Queste condotte, integrando gli estremi del reato di cui all’articolo 316 ter del codice penale (indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato), hanno portato all’esecuzione dei provvedimenti di sequestro dal giudice per le indagini preliminari per un ammontare complessivo pari alle somme indebitamente percepite.

Si tratta di sequestri eseguiti dalle Fiamme Gialle a seguito di specifici accertamenti di natura patrimoniale finalizzati a ricostruire e quantificare i beni e le disponibilità finanziarie riconducibili ai destinatari dei contributi.

«L’operazione di servizio svolta», sostengono le Fiamme gialle, «testimonia la crescente attenzione posta nel contrasto a ogni forma di spreco di risorse pubbliche, anche attraverso forme sempre più virtuose di collaborazione con l’autorità giudiziaria e con gli altri organismi di vigilanza».

Probabile che anche in questo caso i sospettati inoltrino un ricorso al tribunale del Riesame che, stando ai dati, in qualche caso ha dato ragione ai ricorrenti che hanno riottenuto le somme loro sottratte dopo la decisione del gip su richiesta del pm.

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