Sisma, ingegnere aquilano tiene testa a Berlusconi in televisione: qui troppi errori

Acceso confronto nella trasmissione "Leader" su Raitre tra l’ex premier e il docente universitario Salvatori

L’AQUILA. Ha tenuto testa all’ex premier Silvio Berlusconi senza fargliene cadere una. Tanto da indurre il leader del Popolo della libertà a lasciare la trasmissione di Raitre «Leader», condotta dalla giornalista Lucia Annunziata, con aria dimessa, visibilmente contrariato.

In collegamento dall’Aquila Antonello Salvatori, docente di Ingegneria all’Università e consulente della Procura della Repubblica in diversi procedimenti sui crolli, come quello della Casa dello Studente, ha ribattuto, punto per punto, alle affermazioni osannanti di Berlusconi che, incalzato sul terremoto dell’Aquila ha affermato: «Quello che il mio governo ha fatto è straordinario. Gli aquilani che avevano la casa distrutta hanno ottenuto nuove abitazioni in meno di cinque mesi, grazie al lavoro straordinario e ai cantieri, aperti 24 ore al giorno, anche il sabato e la domenica. Sono tutti felicissimi di vivere in questi appartamenti, dotati dei massimi confort, persino dei giardini». Berlusconi ha proseguito: «Sono orgoglioso di quanto fatto dal mio governo, che ad un certo punto ha dovuto ritirarsi: ci è stato chiesto di riconsegnare i poteri ai governi locali e lo abbiamo fatto». Immediata la replica di Salvatori, che ha sottolineato come «il modello di ricostruzione adottato all’Aquila sia completamente errato. Mi riferisco alle ordinanze, firmate da Berlusconi, che hanno legato il contributo per la ricostruzione all’esito dell’agibilità dell’immobile», ha spiegato in tv Salvatori. «La classificazione degli edifici in base ai danni ha rallentato la ricostruzione ponendo in secondo piano le abitazioni molto danneggiate o da demolire». Il clima si è surriscaldato quando è stato toccato il tasto dei finanziamenti. «Per ricostruire L’Aquila», ha detto Berlusconi, «ci vorranno più di dieci anni. Il governo ha garantito oltre 10 miliardi. Nonostante ciò il popolo delle carriole ha invaso le televisioni».

Di tutt’altro avviso Salvatori: «Le potenzialità per far partire la ricostruzione, anche del centro storico, ci sono tutte. Il problema è la mancanza di finanziamenti. In Emilia Romagna sono stati stanziati, in un’unica soluzione, 12 miliardi di euro. All’Aquila è arrivata una prima tranche da 2 miliardi di contributo. Gli altri 10 miliardi saranno spalmati in vent’anni».

Una sottolineatura che ha lasciato di stucco il leader del Pdl. «Come fa a dire queste cose?», la domanda stizzita di Berlusconi. «Ricevo periodicamente informazioni dall’ex sottosegretario Gianni Letta, che è abruzzese e sta seguendo la ricostruzione».

Non una parola di più sull’accesso immediato ai contributi per la ricostruzione che, secondo Salvatori, «farebbe la differenza. Nel centro storico sono partiti solo 15 cantieri, tutti edifici vincolati dalla Soprintendenza. Con i soldi immediatamente disponibili si potrebbe ricostruire il centro al massimo in sei anni. La grande bugia di Berlusconi? Affermare che tutti gli aquilani hanno un tetto: 14mila sono nel Progetto Case, ma gli sfollati a oggi sono 28mila. Le new town non sono un’isola felice. Sistemazioni dignitose, ma non definitive. Gli aquilani», ha concluso Salvatori, «vogliono rientrare nelle loro case». Alla diretta ha partecipato anche un altro aquilano, il docente universitario Gianfranco Ruggieri

La trasmissione, comunque, ha avuto il merito di far parlare, ancora una volta, dell’Aquila, ricordando a tutto il Paese i guai del terremoto e il fatto che la soluzione ai tanti disagi è molto lontana.

Monica Pelliccione

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