Sospetto caso di legionella nel progetto case di Roio
La morte i un 94enne con guai polmonari fa scattare l’allarme. Il Comune pronto a sgomberare il quartiere antisismico, l’Asl smentisce
L' AQUILA. Probabile caso di legionella all' Aquila in uno dei quartieri di alloggi antisismici del progetto Case, nella frazione di Roio Poggio. Si è registrato un caso di «morte sospetta», un anziano di 94 anni che aveva già patologie polmonari, anche se la Asl smentisce il collegamento. Nel frattempo il Comune capoluogo ha pianificato lo sgombero di 22 famiglie per sanificare gli ambienti, ma anche con una raccolta firme i cittadini chiedono chiarezza e tempi certi.
«A 94 anni si può morire di morte naturale, ma io sono convinto che a portare via mio zio sia stata la legionella», afferma Gabriele Palmerini, aquilano, nipote di Umberto Palmerini, anziano degli alloggi del progetto Case di Roio Poggio. Il 21 aprile scorso suo zio è deceduto, dopo aver scoperto all'improvviso di avere un grave male polmonare. «Non se n'era mai accorto prima - spiega Gabriele Palmerini - credo che la legionella abbia influito sulla sua morte. Mi chiedo perchè siano state sgomberate le famiglie da dopo la morte di mio zio e non dopo il gravissimo caso di un altro aquilano, vivo per miracolo. Evidentemente, il batterio della legionella non era stato debellato del tutto».
«La persona che ha fatto partire l'indagine si è ripresa e sta bene, il paziente si è ripreso è stato dimesso. Non c'è stata nessun'altra notifica per altri casi di legionella», afferma la dottoressa Maria Graziani, dirigente medico dell'Unità operativa Igiene e sanità pubblica (Siesp) della Asl numero 1 Avezzano Sulmona L' Aquila. Il batterio era stato trovato pochi giorni fa nel rubinetto di un appartamento, subito sgomberato dal Comune, dopo le analisi effettuate alla metà di aprile, quando 5 appartamenti erano risultati positivi. Nel dicembre del 2013 il primo allarme, con il ricovero di un uomo residente in uno degli alloggi antisismici. Intanto, gli assegnatari degli alloggi chiedono garanzie ufficiali. Tra queste, un «preavviso di sgombero di almeno 15 giorni e la »possibilità di lasciare i propri beni di non stretta necessità in una camera degli alloggi finora occupati«, come si legge nella lettera firmata da 15 famiglie (su 22 nuclei in totale da trasferire).
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