Studenti senza veli sul web: “Amo la mia Università”

21 Gennaio 2016

L’AQUILA. Lo chiamano #Escile ed è il fenomeno esploso nelle università di Milano che ha subito contagiato studenti di tanti altri atenei fino ad arrivare all’Aquila. Seni, glutei, addominali,...

L’AQUILA. Lo chiamano #Escile ed è il fenomeno esploso nelle università di Milano che ha subito contagiato studenti di tanti altri atenei fino ad arrivare all’Aquila.

Seni, glutei, addominali, piedi e altre parti del corpo usate per veicolare l’amore, il legame, l’affetto degli studenti per la propria università, non un semplice “I love Univaq”. Un fenomeno che si è diffuso da qualche giorno anche sulla pagina Facebook “Spotted Univaq”, quella non ufficiale dell’università bensì aperta e gestita per scambi di messaggi ammiccanti, inviti e scherzi dagli studenti stessi. #Escile consiste più o meno in questo: le studentesse scrivono con un pennarello l’università di appartenenza sulle proprie curve e pubblicano la foto sui social network. I colleghi maschi rispondono allo stesso modo: magari con una bella scritta sulla tartaruga degli addominali. Il fenomeno ha creato scalpore tra i docenti, che pare abbiano già aperto una pagina Facebook propria per “difendere l’onore dell’ateneo”. A stretto giro la risposta degli studenti: «Al posto di lamentarsi e promettere guerra dalla rettrice per due foto e così difendere il nome dell’Univaq, dovrebbero prepararsi a fare battaglia per i seri motivi che tutti i giorni colpiscono noi che all’Aquila viviamo e la viviamo», scrivono gli amministratori della pagina.

Non sono solo i prof a essere contrariati per la trovata goliardica, ma anche la città si divide tra chi reagisce con ironia e con un sorriso e chi invece deplora: «Mi viene da vomitare siamo alla frutta, mi viene da piangere», oppure mette in guardia: «Sarebbe meglio studiare che dite? Pensate a quei poveri genitori che lavorano per mantenervi agli studi». #Escile, par di capire, è solo all’inizio.

Marianna Gianforte

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