Sulmona, auto contro un cinghiale, paura per cinque giovani

Ennesima tragedia sfiorata in Valle Peligna. Il guidatore: «È sbucato all’improvviso, non ho potuto fare nulla per evitarlo»
SULMONA. Un altro incidente stradale causato dai cinghiali e un’altra tragedia sfiorata in Valle Peligna. Questa volta è rimasto coinvolto un gruppo di giovani di Sulmona. Solo qualche giorno fa tre feriti ci sono stati a Prezza, in un incidente simile. I cinque ragazzi, la notte scorsa, viaggiavano a bordo di una Mercedes Classe A sulla strada di Pettorano sul Gizio. L’animale è sbucato all’improvviso dal ciglio stradale schiantandosi sul lato sinistro della vettura. L’impatto non ha lasciato scampo all’animale, mentre i ragazzi sono rimasti illesi. Ma tanta è stata la paura. «Sono stati solo pochi secondi», racconta Giampaolo Di Fiore, alla guida dell’auto, «il cinghiale è arrivato all’improvviso e non ho potuto fare nulla per evitarlo. Per fortuna l’auto non è finita fuori strada, ma abbiamo avuto veramente tanta paura». Dopo l’impatto la vettura è rimasta fortemente danneggiata e i cinque hanno dovuto chiamare gli amici per farsi riportare a casa. Sul posto, oltre al carro attrezzi, che ha caricato la macchina, anche polizia, carabinieri e il servizio veterinario della Asl.
L’incidente è il secondo causato dai cinghiali in pochi giorni in Valle Peligna. Da qui le nuove polemiche per la massiccia presenza dei cinghiali, che non solo causano ingenti danni agli agricoltori ma mettono a repentaglio la vita degli automobilisti.
La Provincia è partita in ritardo con gli abbattimenti selettivi rispetto agli altri tre Enti abruzzesi, ma l’impegno amministrativo del presidente Antonio De Crescentiis ha fatto in modo che si arrivasse già a 90 capi abbattuti nel giro di poche settimane. Dal punto di vista dei risarcimenti, lo scorso anno sono stati assegnati alla Provincia 148.357 euro a fronte di una richiesta pari a 1.195mila euro. Si tratta di indennizzi agricoli. «Quando viene presentata una richiesta a seguito di un incidente stradale», ha sottolineato Raffaele Retta funzionario del settore Affari generali della Provincia, «si attiva un iter che fa i conti con un vuoto normativo. Né la Provincia, né la Regione potrebbero, in prima istanza, corrispondere un indennizzo. Di solito la questione passa al giudice di pace che può decidere di obbligare l’Ente a pagare, come è già successo».
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