Sulmona, in tre a processo per usura

20 Gennaio 2012

Giovane fantino costretto a vendere il carrello per il trasporto cavalli

SULMONA. Tre anni «sotto strozzo» tanto che a fronte di un prestito di mille euro, un giovane sulmonese avrebbe dovuto rimborsare ai suoi usurai quasi 30mila euro. Gli stessi personaggi che lo avrebbero minacciato di pesanti ritorsioni costringendolo a vendere un carrello per il trasporto di cavalli per rientrare con i soldi prestati. Sono le accuse che la procura ha contestato a tre persone.

Nel mirino della procura sono finiti Roberto Di Rocco (38 anni), sua moglie Fiorella Mastrangioli (38) e alla madre di lui Silvia Di Rosa (82): usura ed estorsione per il primo e concorso in usura per le due donne. Anche se quest'ultime avrebbero avuto nella storia, sempre secondo quanto sostenuto dall'accusa, un ruolo marginale in quanto avrebbero incassato, e solo in qualche circostanza, la rata mensile pattuita per rientrare con il prestito.

Il processo è stato fissato per martedì 27 marzo. La vicenda si è sviluppata in città tra il dicembre del 2006 e l'agosto del 2009, tra un fantino e lo stesso Di Rocco. Da tempo i due intrattenevano rapporti soprattutto sulla compravendita di cavalli che il fantino avrebbe smistato anche nel mondo delle competizioni inserite nelle rievocazioni storiche.

Ma c'è stato un periodo in cui il giovane appassionato di cavalli non se la passava tanto bene tanto da essere costretto a chiedere a Di Rocco mille euro in prestito.

«Te li rimborso nel giro di qualche mese, appena riesco a concludere un affare», avrebbe detto a Di Rocco, il quale gli avrebbe dato i soldi pretendendo in cambio un interesse mensile di 200 euro. Soldi che il fantino avrebbe regolarmente versato nel primo periodo e in qualche circostanza anche alla moglie e alla madre di Di Rocco.

Nei mesi successivi, però, i pagamenti del giovane di Sulmona non sarebbero stati più puntuale come in precedenza nel versare i 200 euro di interessi mensili. E proprio per recuperare i soldi che non era riuscito a incassare nei periodi in cui il giovane fantino era rimasto al verde, Di Rocco che nel procedimento giudiziario è difeso dall'avvocato Alessandro Scelli, avrebbe indotto la sua vittima a vendere il carrello con cui trasportava i cavalli in giro per l'Italia.

Un carrello che il fantino non voleva cedere perché senza non avrebbe potuto portare avanti la sua grande passione di cavaliere nelle rievocazioni.

Ma la risolutezza di Di Rocco che, sempre secondo le accuse, l'avrebbe minacciato di spaccargli la testa, lo hanno convinto a cedere il suo carrello per 4mila euro, che dagli atti in mano alla procura, sarebbero finiti nelle tasche di Di Rosa per coprire le rate che non erano state pagate.

Si tratta, di fatto, di una vicenda particolarmente delicata che dovrà essere definita in sede dibattimentale a partire dal prossimo 27 marzo. Le indagini sono state portate avanti dalla polizia.

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