Celano

Condanne a Celano per i fondi al calcio, le reazione dell’ex giunta alla sentenza: «Rifaremmo tutto»

17 Settembre 2025

Parla l’ex giunta Piccone che valuta il ricorso per Cassazione: «Decisione contraddittoria e motivazioni senza senso»

CELANO. «Oggi, più di ieri, rifaremmo la stessa scelta politica e con ancora più convinzione, perché lo ritenevamo e lo riteniamo giusto». Senza mezze misure, in piena condivisione di vedute, commentano la condanna in secondo grado e parlano di «sentenza molto contraddittoria». Così il senatore Filippo Piccone, all’epoca sindaco di Celano, e i vecchi componenti di giunta, l’ex vicesindaco Vittoriano Frigioni e gli ex assessori Ezio Ciciotti, Settimio Santilli, Adelio Di Loreto, Ermanno Bonaldi e Cesidio Piperni. A distanza di 12 anni dall’avvio del procedimento giudiziario e dopo l’assoluzione in primo grado, i giudici della Corte dei Conti della Sezione terza giurisdizionale centrale di Appello, presieduta da Maiello Tammaro, hanno ravvisato un danno erariale da 46mila euro, a conferma delle accuse di elargizione di fondi in maniera illegittima alla locale squadra di calcio Celano FC Marsica (ex Olimpia Celano Fc). L’indagine da parte della Guardia di finanza di Avezzano risale al 2017 (rapporto del 4 luglio). Il Comune fu accusato di aver trasferito fondi alla società sportiva «violando e travalicando i limiti della convenzione in essere» all’epoca dei fatti, convenzione che prevedeva la partecipazione dell’ente pubblico ai soli costi di gestione dei due impianti sportivi affidati alla società, sempre che gli stessi fossero documentati e riconosciuti ammissibili. «L’unica finalità di quanto fu fatto allora, era meramente di sostegno sociale come da nostro statuto comunale, all’attività sportiva dei bambini, contribuendo anche alla gestione dei campi da parte del Celano calcio, come avveniva da sempre anche con le precedenti amministrazioni e nel rispetto ed attuazione della convenzione di consiglio comunale», dichiarano. «È evidente d’altro canto, che sia stata emessa una sentenza molto contraddittoria per tutta una serie di ordini di ragione, la prima perché ribalta del tutto quella di primo grado del tribunale dell’Aquila, che ci aveva assolto con formula piena, la seconda perché l’allora commissario prefettizio nominato dalla prefettura e imputato come noi, per le stesse forme e contenuti delle delibere, è stato invece prosciolto pur ribadendo i giudici nella stessa sentenza che questi abbia assunto una condotta antigiuridica. La terza», proseguono, «perché agli assessori della stessa giunta, che è bene ricordarlo rinunciarono allo stipendio per l’intero mandato elettorale, vengono richieste cifre diverse, adducendo per il tutto, motivazioni estremamente fantasiose e senza alcun senso logico ed approfondimento degli atti nel merito». L’ex giunta Piccone ribadisce che, nei prossimi giorni, procederà alle valutazioni del caso circa il ricorso in Cassazione e la richiesta, all’attuale giunta, dell’eventuale azione risarcitoria nei confronti degli allora componenti della società sportiva, «specie alla luce del fatto che il quantum del danno finalmente è stato determinato con certezza in sentenza», spiegano. E aggiungono: «Se vi furono degli errori nelle rendicontazioni dei contributi che la giunta erogò come organo di indirizzo politico, di certo non si potevano ascrivere agli assessori. È profondamente ingiusto che ora a pagare debbano essere questi con cifre diverse, piuttosto chi invece quei contributi li utilizzò evidentemente in maniera impropria o chi doveva controllare come venissero utilizzati come organo amministrativo e non politico».