Sulmona, torta per sbeffeggiare i ritardi del Comune

La pratica è nel cassetto da 12 mesi e per l'anniversario Pasquarelli porta un dolce a forma di tapiro. Così protesta l’imprenditore che vuole creare una centrale idroelettrica

SULMONA. Era stato annunciato come uno dei progetti più interessanti e innovativi degli ultimi anni, teso ad avviare un circuito virtuoso per la produzione di energia pulita sfruttando i tanti bacini artificiali e le vecchie centrali idroelettriche esistenti nel territorio di Sulmona. Ma nessuno aveva fatto i conti con la burocrazia: a un anno di distanza dalla presentazione della richiesta per la realizzazione di una centrale idroelettrica lungo il fiume Gizio tutto è ancora fermo. Così, stanco di aspettare, ieri mattina, l’imprenditore si è presentato in Comune con una torta da consegnare ai responsabili del IV settore per festeggiare il primo anno di giacenza della sua pratica nei cassetti degli uffici. Protagonista della provocatoria protesta è Armando Pasquarelli, titolare della società Soave. L’uomo ha cercato in tutte le maniere di consegnare il dolce, prima nelle mani del dirigente Amedeo D’Eramo e poi del sindaco Annamaria Casini, senza però riuscire nell’intento.

«La torta non l’ho consegnata perché il responsabile dell’ufficio e il sindaco erano assenti», spiega Pasquarelli, «ma resta la sostanza della mia iniziativa, una sana provocazione per un Comune che riesce a bloccare anche progetti validi e propedeutici per lo sviluppo economico del territorio solo ed esclusivamente per cavilli burocratici».

Un progetto fermo nei cassetti del Comune dal 15 febbraio dello scorso anno. Solo pochi giorni fa, il 28 gennaio scorso, con una lettera firmata dal dirigente D’Eramo è stato reso noto alla società Soave che sono sorte «problematiche inerenti l’attribuzione della competenza in merito» alla richiesta. Insomma, nessuno sapeva a chi e a quale ufficio toccasse lavorare la pratica. Una controversia risolta solo nel novembre scorso. «Stiamo provvedendo ad esaminare la pratica», ha annunciato D’Eramo nella lettera inviata alla Soave. L’auspicio dell’imprenditore è che l’autorizzazione arrivi nel giro di poco tempo per poter finalmente dare avvio alla realizzazione del progetto.

Una consolazione c’è: non trovando nessuno, Pasquarelli si è portato indietro la torta per gustarla insieme ai colleghi della sua impresa.

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