Sulmona, vedova si prostituisce per pagare il suo gigolò

27 Marzo 2014

L’uomo, ora sotto processo, aveva rapporti anche con la cognata della sua amante. Per l’accusa il 58enne sarebbe riuscito a spillare alle due donne oltre 6.500 euro

SULMONA. Alto, prestante, ma soprattutto, amante infaticabile. Dopo la scomparsa del marito pensava di aver incontrato l’uomo della sua vita. Era invaghita al punto da pagarlo ogni volta che lo incontrava in un hotel di Caianello. Era il suo Richard Gere, la sua ragione di vita. E per non perderlo sarebbe arrivata anche a prostituirsi per procurarsi i soldi da dare al suo amante. È stata lei stessa a rivelarlo nell’udienza che si è tenuta, al tribunale di Sulmona.

Tutto davanti al suo gigolò, Sergio D’Alessio, 58 anni di Napoli, che la donna, insieme alla cognata, ha mandato sotto processo per induzione alla prostituzione, ingiurie, minacce, stalking e violenza sessuale. Ciò dopo che entrambe, ferite nell’onore, avevano appreso di avere lo stesso amante. L’uomo del quale, davanti a una tazza di caffè nella loro casa di Ateleta, avevano esaltato per pomeriggi interi le performance amorose, senza sapere che stavano parlando della stessa persona. Sotto le incalzanti domande del giudice e della difesa dell’imputato, la vedova avrebbe, però, fatto trasparire che la sua attività sessuale a pagamento sarebbe cominciata ancor prima dell’incontro con il bel gigolò. A Castel di Sangro, con uomini del posto, ai quali avrebbe chiesto compensi in denaro in cambio di qualche ora d’amore. Una rivelazione che ha portato alla sospensione della testimonianza della donna e al rinvio dell’udienza al prossimo 24 giugno. «Siamo molto soddisfatti della deposizione resa da una delle parti civili», affermano i difensori di D’Alessio, gli avvocati Aldo e Gaetana Di Ianni, «perché apre nuovi scenari investigativi sull’attività della donna».

La storia ha inizio nel novembre del 2010 quando un’amica comune consiglia alle cognate il numero di D’Alessio conosciuto on-line, con il quale aveva avuto una relazione amorosa. Le due parenti, rappresentate dagli avvocati Andrea Liberatore e Gaetano Biasella, dopo aver contattato l’una all’insaputa dell’altra il napoletano, sono riuscite ad allacciare con lui una relazione. Incontri ripetuti e a pagamento, tanto che l’uomo sarebbe riuscito a «spillare», sempre secondo l’accusa, 3.500 euro alla prima e 3.100 alla seconda. In questo periodo, sempre secondo il racconto di una delle due donne, l’uomo le avrebbe proposto di aprire su internet una hot-line per dividere guadagni e servizi. Non solo: una volta scoperto, l’uomo avrebbe pressato le due donne minacciando di rendere pubblici su internet i filmati dei loro incontri amorosi, girati di nascosto. «Accuse inventate», ha sempre sostenuto la difesa dell’imputato, «si tratta di una vendetta di due donne che si sono sentite ferite nell’onore perché non sapevano di avere lo stesso amante». La prossima puntata il 24 giugno.

Claudio Lattanzio

©RIPRODUZIONE RISERVATA