Tagliacozzo, morte sospettaDopo 25 anni aperta l'inchiesta

La procura dispone accertamenti sul caso di Angelo Ciucci. Il figlio: mio padre fu ucciso

TAGLIACOZZO. Fu trovato morto vicino a casa a 20 giorni dalla scomparsa. Morte naturale, si disse, e il caso fu chiuso. Ma secondo i familiari Angelo Ciucci, 53 anni, fu ucciso. Un'ipotesi non campata in aria se, a distanza di 25 anni, la Procura ha deciso di riaprire il caso.

Le indagini sono riprese dopo un esposto presentato alla magistratura dai familiari dell'uomo. Angelo Ciucci, separato dalla moglie, viveva da solo in un casolare alla periferia di Tagliacozzo. Andava avanti con la pensione da invalido. In città era stimato e benvoluto da tutti. Lo si vedeva in giro sempre in compagnia del cane.

La sera del 24 novembre 1986 è andato a trovarlo un fratello, che viveva a Roma. La porta era aperta, ma Angelo non c'era. In giro nessuno l'aveva visto. È andato allora in caserma a denunciarne la scomparsa.

Scattano le ricerche. L'area intorno al casolare viene battuta palmo a palmo. Ma senza esito. Si fanno intervenire anche i cani. Uno di essi va dritto verso una villetta. Gli investigatori, però, non ritengono opportuno ispezionarla. Perché? Il corpo di Angelo viene trovato da uno dei fratelli l'8 dicembre. Si trova sul ciglio della strada, a due passi da casa.

«Quel posto», ricorda il figlio della vittima, Giovanni, che allora era un ragazzo, «era stato battuto dai cani. La sera prima c'ero stato anch'io e non avevo visto nulla. Devo dedurre che qualcuno deve averci portato il corpo durante la notte».

Giovanni Ciucci ricorda, poi, che il padre poco tempo prima, era stato operato alle gambe, per cui gli era impossibile percorrere a piedi il tratto di strada, molto ripido, che separa la casa da luogo dove è stato trovato il corpo. Ancora: la scoperta del cadavere è avvenuta grazie al cane che seguiva Angelo Ciucci come un'ombra. «Mio zio», prosegue Giovanni, «ha notato il cane seduto accanto al corpo. Se mio padre si fosse trovato lì dall'inizio, il cane non l'avrebbe mai lasciato. E come mai», si chiede Giovanni Ciucci, «gli indumenti di mio padre erano asciutti, nonostante in quei giorni avesse piovuto?».

Infine la misteriosa telefonata a uno dei fratelli: «Fatevi i fatti vostri, se non volete che durante i funerali succeda qualcosa».

Prima della scomparsa Angelo Ciucci aveva riscosso la pensione. Soldi mai trovati. Dalla casa, poi, erano spariti alcuni oggetti. Questo potrebbe fare ipotizzare un omicidio per rapina. Se così fosse, che bisogno c'era di trasportare fuori dal casolare il corpo di Angelo? E la giacca della vittima trovata lungo la strada che collega Tagliacozzo a Gallo? Non potrebbe trattarsi di espedienti per depistare le indagini? E se, invece, Angelo Ciucci ha pagato con la vita per aver visto qualcosa che non doveva vedere? L'autopsia non avrebbe riscontrato lesioni. Ma non risulta che siano stati eseguiti accertamenti tossicologici. Perché? Troppi gli interrogativi su questo caso, cui le indagini, disposte dal sostituto Maurizio Maria Cerrato e coordinate dal comandante della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri, luogotenente Bruno Tarantini, si spera diano finalmente risposte.

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