foto d'archivio

Tagliacozzo: piantagione e laboratorio di marijuana sotto il cavalcavia dell'autostrada

La guardia di finanza diffonde la notizia anticipata dal Centro un mese fa. La scoperta nelle vicinanze del casello dell'A24: arrestati tre albanesi che hanno tentato la fuga. Sequestrati 300 kg di droga

TAGLIACOZZO. Un laboratorio per la trasformazione della cannabis in marijuana e due piantagioni, a poca distanza dal casello di Tagliacozzo dell’autostrada Roma-L’Aquila: è quanto scoperto dai finanzieri del Comando provinciale di Roma, che hanno fatto tre arresti e sequestrato oltre 300 kg di droga. Le accuse: coltivazione e spaccio di sostanze stupefacenti, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

La notizia è stata diffusa dai militari del Gruppo di Tivoli, i quali dopo diversi giorni di appostamenti e sopralluoghi nei boschi marsicani, hanno individuato nella parte sottostante un cavalcavia, occultato tra la fitta vegetazione, l’opificio clandestino attrezzato per la lavorazione della droga e munito di reti di plastica sulle quali venivano posizionate le piante per l’essiccazione, da sottoporre, poi, a lavorazione e suddivisione in dosi. In realtà la stessa notizia era stata appresa e diffusa dal Centro un mese fa sottolineando come le indagini proseguissero nel massimo riserbo.

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Adiacente al laboratorio, i finanzieri scoprirono due appezzamenti di terreno adibiti alla coltivazione della cannabis, con annesso canale di scolo. Al momento dell’intervento erano all’opera tre uomini di nazionalità albanese, che tentarono la fuga opponendo resistenza.

Sono comunque state trovate oltre 400 piante, alte dai due ai tre metri, ormai giunte alla piena maturazione e pronte per essere estirpate. Sono stati inoltre rinvenuti picozze, machete, coltelli e contenitori di fertilizzante. Nelle abitazioni dei tre "coltivatori", sono state rinvenute dosi di hashish e di marijuana già pronte per la vendita. La merce sequestrata, per un peso totale di oltre 300 chilogrammi, avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio oltre 700mila euro. I tre albanesi sono rinchiusi nel carcere di Avezzano.