Tassa comunale, l’aumento è servito
Sì del consiglio alle nuove aliquote. Boccia: «Tasi azzerata per 10mila cittadini». De Cesare: «Agevolazioni per pochi»
AVEZZANO. Il consiglio approva le nuove aliquote Tasi, la tassa che riguarda i servizi comunali rivolti alla collettività: azzeramento per le fasce fino a 10mila euro, raddoppio per quelle con rendita catastale oltre i mille. Per arrivare a incassare 3 milioni e 900mila euro l’anno, il Comune di Avezzano «ha tolto ai più poveri e ha aumentato la bolletta ai più ricchi», come ha tenuto a sottolineare il sindaco Gianni Di Pangrazio.
Il vicesindaco, con delega al Bilancio, Ferdinando Boccia, ha annunciato che 10mila cittadini non pagheranno l’imposta sui servizi. Ma sulle cifre è scontro.
Ieri mattina la manovra è passata in consiglio comunale. Tra i banchi della maggioranza si è notata l’assenza, con tutta probabilità strategica, dei consiglieri Vincenzo Ridolfi e Gianfranco Gallese, mentre in quelli dell’opposizione mancavano Italo Cipollone, Antonio Di Fabio, Claudio Tonelli, Fabio Ranieri e Lino Cipolloni.
L’approvazione del bilancio di previsione e delle nuove aliquote è passata a maggioranza, dal momento che Mariano Santomaggio e Filomeno Babbo, dell’opposizione, hanno votato contro.
Carlo Tinarelli (Pd) ha presentato un emendamento chiedendo di modificare la rendita catastale della prima fascia da 250 a 300 euro.
«Ben 10mila concittadini non pagheranno la Tasi», ha commentato il primo cittadino Di Pangrazio, «equità significa fare scelte coraggiose, ma anche mantenere i livelli essenziali di servizi alla comunità». Secondo il vicesindaco Boccia «10mila persone circa che fanno la dichiarazione dei redditi, secondo i dati del ministero del Federalismo fiscale del 2012, hanno un reddito minore ai 10mila euro l’anno, pari al 33 per cento degli abitanti. Il bilancio approvato è solidale: chi ha una rendita catastale fino a 300 euro non paga la Tasi, chi ce l’ha superiore a mille euro prima pagava l’1 e ora pagherà il 2,5 per mille».
Di penalizzazione, invece, parla Lorenzo De Cesare, ex assessore, che ragiona per contribuenti, cioè persone che pagano le tasse, tra le quali c'è anche la Tasi, e non di persone fisiche. «Di Pangrazio può essere definito il sindaco delle tasse, degli sprechi e dei favoritismi», ha affermato De Cesare (Ncd), «dell’agevolazione di Di Pangrazio usufruirà appena il 5 per cento dei contribuenti. E si mettano l’anima in pace commercianti, artigiani, professionisti e dipendenti che avranno il doppio della pressione fiscale e dovranno pagare più Tasi e più addizionale comunale Irpef. Queste tasse finanziano solo gli sprechi di un’amministrazione sciupona che spende oltre 350mila euro in affitti con contratti rinnovati senza procedere a bandi di gara».
In sostanza, in una famiglia media, con 4 persone, ci possono essere tre persone che compilano il 730 e hanno un reddito inferiore a 10mila euro, ma solo il proprietario dell'abitazione dovrà pagare la Tasi ed è quindi ritenuto contribuente.
Eleonora Berardinetti
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